IL PREQUEL OTTIMALE AL FILM ISdA

(che è verosimile non venga mai prodotto...)

Di H.K. Fauskanger, traduzione di G. Comastri

Bene: con l'apparizione dell'Extended Edition de Il Ritorno del King, la Trilogia di Jackson è completa nella sua forma più piena. Ed ora? La concessione per "Il Signore degli Anelli" è defunta? Oppure il cinema diverrà una finestra nell'universo di Tolkien anche in film futuri?

Ovviamente non può esservi, od almeno non dovrebbe esservi, alcun sequel. Questo semplicemente a causa del fatto che cronologicamente, la saga della Guerra dell'Anello è l'ultima parte dei vasti miti di Tolkien. Tolkien partì a scrivere una storia che era da ambientarsi in Gondor dopo la morte di Re Elessar (Aragorn), ma non completò neppure il primo capitolo. Non ne valeva la pena, egli decise. Ed invero un dramma mondiale come la saga di ISdA sarebbe un fatto eccezionale. Se la caduta di Sauron fu realmente la vittoria decisiva del Male Incarnato, storie delle medesime proporzioni epiche Bene-vs-Male non dovrebbero essere ambientate dopo ISdA. Certo, si son visti molti cattivi all'apparenza morti ritornare in un seguito, completo di qualche spiegazione convenientemente traballante di come essi sfuggissero alla loro apparente morte nell'episodio precedente. Ma Tolkien non avrebbe mai insultati i suoi lettori con qualche ridicolo scenario "dopo tutto Sauron non era realmente distrutto". D'altra parte, i registi di Hollywood sarebbero probabilmente tutti troppo contenti di reintrodurre Saurie Boy Per "Il Signore Degli Anelli Episodio IV: Mordor al Contrattacco". Così consentiteci di essere tutti contenti del fatto che per come stanno ora le cose, Hollywood non ha proprio il diritto di far ciò. Frodo e Sam lavorarono veramente, veramente duro per distruggere l'Anello e togliere di mezzo Sauron, così non si deve svilire la scomparsa di Sauron in alcun modo. Jason, Freddie e il mostro di Frankenstein possono sempre tornare per un altro film, non importa quanto a fondo fossero uccisi nell'episodio precedente [in realtà sul mostro di Frankenstein, in quanto a sua volta protagonista di una grande opera letteraria, avrei più di qualche riserva, N.d.T.] -- ma Sauron è a tutti gli effetti MORTO! Invero, Tolkien suggerì che un rinsecchito residuo dello spirito di Sauron rimase pure dopo la distruzione dell'Anello, ma sottintese anche che fosse così menomato e malridotto che non sarebbe mai potuto ritornare a tormentare il mondo una volta di più. In altre parole: inutile ai fini di un sequel. Sauron è ANDATO, gente! Prendiatene atto!

No. Se non si vuole insultare la memoria di Tolkien completamente, non può mai esservi alcun sequel ai film di Jackson. Ma vi è un'altra opzione, vale a dire l'ormai affermato genere del prequel -- una storia collocata prima della saga di ISdA, con Sauron ancora in giro e tutto il resto. Ogni lettore dei libri di Tolkien saprà che la Guerra dell'Anello è solo il culmine finale di una lunga, lunga storia, che si estende in un passato pressoché inimmaginabilmente remoto. Il senso convincente della storia è sovente citato come una delle qualità primarie del libro di ISdA, e mentre tale qualità potrebbe non essere pienamente rappresentata nei film, pure è lungi dall'essere assente: Jackson mostra barlumi delle immense battaglie del passato, e noi siamo portati attraverso uno scenario colmo di ignote rovine.

Per alcuni, l'ovvio "film prequel" è un film de Lo Hobbit. Ambientato circa sessant'anni prima della Trilogia di Jackson, seguirebbe una versione più giovane di Bilbo in un'avventure, ove anche Gandalf parteciperebbe (comprendo che Ian McKellen sia ben disposto verso un tal progetto). Bilbo incontrerebbe Gollum e troverebbe l'Anello; più tardi vi sarebbe un tremendo comnbattimento contro il drago Smaug. Penso che mi piacerebbe guardare un tale film, specialmente se Ian Holm potesse ritornare come Bilbo. Tuttavia, Lo Hobbit è ciò che Tolkien intendeva fosse: un libro per bambini [seppure decisamente più ricco di significati rispetto alla media di quel genere letterario, N.d.T.]. La storia accenna soltanto ai temi più profondi e tenebrosi nelle pubblicazioni di Tolkien. Sauron è brevemente menzionato come "il Negromante", e si apprende che Gandalf (quando ritorna dopo una lunga assenza dalla storia principale) è stato coinvolto in qualche sorta di combattimento contro tale "Negromante" in erba. Un uditorio che sappia che l'esito finale del conflitto contro Sauron deciderà i destini del mondo potrebbe ben gridare indignato: "Perché non ci mostri QUELLO invece di seguire le 'avventure' d'un grasso Hobbit che neppure capisce l'importanza dell'anello su cui incespicò?!" La storia de Lo Hobbit potebbe apparire alquanto semplicistica dopo gli eventi che cambiarono il mondo registrati nella saga di ISdA.

Ma, se un Prequel a ISdA abbia mai a farsi, v'è un'altra opzione che non Lo Hobbit (non che una escluda l'altra... lunga vita ai diritti!) Per molte ragioni richiederebbe ben maggior coraggio da parte di qualsiasi studio che osasse produrlo. Però il risultato finale, se ben fatto, potrebbe essere una delle epiche che più colpiscono al cuore mai trasportate al cinema.

Quest'altra opzione è di scavare molto profondamente nel passato del mondo di Tolkien, e registrare gli eventi che conducono alla gigantesca battaglia che s'intravede all'inizio della Compagnia di Jackson -- quando l'Ultima Alleanza di Elfi e Uomini marciò su Mordor, ed Isildur riuscì a tagliare l'Anello via dalla mano di Sauron. Per quanto ne sanno i lettori dei libri di Tolkien, gli spettatori ignoranti ancora non hanno la più pallida idea del dramma e tragedia ed inenarrabile perdita prima di questa: in effetti, un'intera civiltà ebbe ad essere distrutta perché l'Ultima Alleanza gudagnasse lo spiraglio d'opportunità in cui Sauron fosse tanto debole da poter essere sconfitto sebbene tuttora detenesse l'Anello di Potere!

Certo, l'uditorio dovrebbe essere uso ad un'ambientazione piuttosto differente. Per prima cosa, la maggior parte del film non dovrebbe essere ambientata nella Terra di Mezzo (sebbene sia lì che i personaggi superstiti vanno a finire). La storia di questo film sarebbe il culmine catastrofico della storia dell'Ovesturia, il grande reame dell'isola nell'oceano occidentale -- unreame noto anche col nome Elfico di Númenor. Ignorando Sauron, nessun personaggio di ISdA apparirebbe in un film sull'Ovesturia, eccetto Elrond se lo si fa terminare con la battaglia dell'Ultima Alleanza contro le orde di Mordor (e questa è la fine che in definitiva si dovrebbe avere – o il pubblico medio sarebbe affatto inabile a figurarsi come questo film sia correlato con la trilogia di Jackson!) Non vi sono hobbit; questo sarebbe un film sugli antenati di Aragorn, ed i protagonisti sono gli Uomini Mortali (eccetto che per Sauron, chiaro, ma pur'egli apparirebbe in una forma umanoide nella maggior parte di tale film). Gli Hobbit entrarono in scena in un assai posteriore periodo storico, e non v'è semplicemente modo che possano essere qui inclusi. (Rabbrividisco al pensiero di qualche regista di Hollywood che tenti di inserirli perché "abbiamo gli Hobbit in questa concessione!" – solo essi non hanno nulla a che fare con questa storia!) Dovremmo incontrare qualche Orco ed altri mostri di Sauron nelle scene della Terra di Mezzo, potrebbero esservi alcuni flash-back a tempi antichi in cui si scorgevano draghi, e forse pure qualche sventurato troll di caverna sarebbe importato a Númenor come schiavo (osservare come Sauron li usi per aprire e chiudere il Cancello Nero, secondo il sig. Jackson!) Ma tutto considerato, questa non sarebbe primariamente una storia su creature fantastiche. Piuttosto la parte principale del film sarebbe uno psicodramma.

Quanto agli Elfi, anch'essi sarebbero assenti dallo schermo per la maggior parte del tempo. Credo, tuttavia, che vi sia un modo di corredare questo film di un "Legolas" e tenerlo in scena per un tempo ragionevole. Il personaggio che adopererei è Tolkieniano abbastanza. Sebbene Tolkien non lo menzioni mai in connessione con la storia dell'Ovesturia, la sua presenza in Terra di Mezzo in questo tempo, ed il ruolo potrebbe essergli assegnato negli eventi, è (spero) relativamente plausibile entro l'intelaiatura dello scenario generale di Tolkien.

L'uditorio dovrebbe anche essere uso all'idea che l'intreccio di questo film sia affatto differente dalla storia di ISdA. Penso sia buona cosa, dacché si son visti sin troppi prequel/sequel che ripasticciano meccanicamente la trama dei film precedenti. (Sicuramente non posso essere il solo ad aver osservato che le principali sezioni di Home Alone II riproducono il film originale pressoché scena per scena? Sheesh...) Stavolta, non si dovrebbe insultare l'uditorio con alcuna trama riciclata. Invero questo non sarebbeun film sulla "cerca" al postutto.

Ma neppure sarebbe una pellicola romantica.Non vi sono idillii di spicco; affatto al contrario, uno dei protagonisti sarebbe una giovane donna costretta a sposare un uomo che non ama affatto. Con ogni possibilità si potrebbe sviluppare una sottotrama minore che abbia a che fare con un'amante di Isildur, che alla fine diviene sua moglie e madre dei suoi figli (dacché è importante stabilire che Isildur avesse pargoli: l'inizio della linea di discendenza che conduce ad Aragorn migliaia di anni più tardi). Ma questo avrebbe poco a che fare con l'intreccio vero e proprio.

Tutto a posto: poche creature fantastiche. Nessun hobbit. Pochi elfi. Per lo più soltanto Uomini in scena. Nessuna cerca. Nessun idillio prevalente. Neppure la Terra di Mezzo stessa, per la maggior parte del film. Così cosa si dovrebbe lasciare, realmente?

Ce n'è una pletora. Il potenziale della storia è immenso. Se ben fatto, un film sull'Ovesturia non dovrebbe narrare soltanto un completo ed avvincente racconto in sé, ma anche aggiungere una dimensione completamente nuova alla profondità della trilogia di Jackson. Si potrebbe guardare Ovesturia e quindi guardare la trilogia di Jackson di nuovo in una luce affatto nuova, con una comprensione molto più profonda di Che Cosa È Tutto. Si considerino alcune delle questioni cui i film di Jackson NON danno risposta:

  • Chi, realmente, è Sauron? Dalla trilogia di Jackson spettatori ignoranti saranno solamente in grado di inferire che c'è una specie di demone che si manifesta come uno smisurato Occhio di Fuoco, sebbene nel remoto passato potesse anche apparire in una forma più umanoide (come si vede nella battaglia iniziale nella Compagnia). Sauron non ha una storia? È lui "Il Signore degli Anelli", dopo tutto [la questione non appare peraltro così semplice, N.d.T.]. Non sarebbe grazioso appressarsi così a Sauron da poterlo finalmente percepire come reale persona, non solo come una remota minaccia? (D'accordo, forse non effettivamente grazioso, ma per lo meno interessante...) In un film sull'Ovesturia, il retroscena di Sauron verrebbe spiegato, ed egli stesso apparrebbe come un maestro di sottile seduzione: anche tagliato fuori da tutti i suoi eserciti ed interamente solo, è ancora in grado di corrompere e distruggere un'intera civiltà solamente con la sua sapienza e scaltrezza.

  • Chi o cos'è Morgoth? Il balrog abbattuto da Gandalf è riferito essere un "balrog di Morgoth" una o due volte nei film di Jackson, ma nessuna ulteriore spiegazione è fornita. Se Morgoth è una persona (e lo è!), qual è la relazione tra egli e Sauron?

  • Cos'è Númenor? Nella Compagnia, Elrond una volta lamenta che "il sangue di Númenor è quasi estinto, il suo orgoglio e dignità obliati". Nella versione estesa di Le Due Torri, Gandalf dice ad Aragorn che Sauron teme il fatto che "l'Erede di Númenor vive ancora" (tale erede essendo Aragorn stesso, ovviamente). Quando Éowyn apprende che Aragorn ha 87 anni, è in grado di dedurre che egli è "uno dei Dúnedain. Un discendente di Númenor, benedetto da lunga vita." Nella versione estesa de Il Ritorno del Re, Faramir si riferisce a Minas Tirith come alla "città degli uomini di Númenor". Si immagina che la platea ignorante gridi disperata: "Qualcuno PER FAVORE ci può dire cos'è realmente, questa 'Númenor' cui tutti fanno riferimento?!"

  • Che fare con quest'Elendil? Nel DVD versione estesa della Compagnia, Galadriel si riferisce una volta ad Elendil come ad un apparentemente più illustre antenato di Aragorn. Ella dice che Aragorn deve o sormontare tutti i suoi antenati fin da Elendil stesso, o cadere nella tenebra assieme a tutto ciò ch'è rimasto della sua parentela (effettivamente una battuta Tolkieniana, presa dalle Appendici a ISdA, sebbene nella versione di Tolkien fosse Elrond piuttosto che Galadriel a pronunciarla). Più tardi, Aragorn usa Elendil! come grido di battaglia. Ne Il Ritorno del Re, Gandalf dice ad Aragorn che Sauron "sa che l'erede di Elendil si è fatto avanti". Nella versione estesa dello stesso film, Aragorn mostra "la spada di Elendil" a Sauron nel palantír. Bene... Qual è la storia di Elendil, realmente?

  • Ne Le Due Torri, Elrond dice di come Aragorn alla fine "giungerà alla morte, un'immagine dello splendore dei Re degli Uomini nella gloria intatta prima dello spezzarsi del mondo" (un'altra battuta basata sulle Appendici). Bene, chi erano questi gloriosi re, e che s'intende con "lo spezzarsi del mondo"?

  • Chi sono Valar? "Possa la grazia dei Valar accompagnarti," dice Arwen ad Aragorn quando viene a lui in una visione ne Le Due Torris. Sì, l'uditorio astuto può inferire che qualche sorta di divinità è qui coinvolta, ma dettagli in più sarebbero probabilmente stati apprezzati.

  • Che dire delle "Terre Immortali" di cui talvolta s'ode nei film di Jackson? Bande d'Elfi son viste menare verso il Mare, apparentemente imbarcandosi su navi per recarsi in un posto che Elrond una volta ne Le Due Torri nomina come Valinor. (Almeno la forma Alto-elfica Valinor appare nei sottotitoli; Elrond parla Grigio-elfico e pertanto usa la forma Valannor, effettivamente una variante grammaticamente mutata della forma di base Balannor. Ora sapete la ragione per l'apparente discrepanza, e non starete più desti la notte domandandovi, "Perché c'è 'Valinor' nei sottotitoli quando Elrond dice Valannor?") Elrond vuole che Arwen vada con lui a questa "Valinor". Aragorn le dice che se va là, potrà avere una vita senza dolore e sofferenza, così si ha apparentemente a che fare con qualche sorta di paradiso. Però non è fornito nessun dettaglio.

  • Nella versione estesa della Compagnia, gli hobbit parlano degli Elfi che lasciano la Terra di Mezzo, "per non ritornare". Perché? Perché è un viaggio di sola andata? E perché normalmente sono solo gli Elfi che possono andare a Valinor o alle Terre Immortali? Se Arwen va, perché Aragorn non può andare con lei? Se questo è qualche sorta di paradiso, un regno ove morte non v'è, sicuramente gli uomini mortali sarebbero assai più inclini ad andarvi che non gli Elfi, che immortali son già? Perché i non-Elfi (incluso Sauron!) ne son esclusi, se ognuno può andarci per nave? O forse non è dopo tutto così semplice?

    A tutte queste domande sarebbe data risposta in un adattamento filmico della storia di Númenor. Dimostrerebbe che certe cose che alcuni recensori credono affatto misteriose, non sono realmente punti oscuri al postutto. Per esempio, leggo una recensione d'un Sam Leith che scriveva: "Tolkien tende a mistificare, a lasciare irriducibili le origini del male di Sauron [che vorrà dire? N.d.T.], e misteriosa la natura e lo scopo del luogo oltre i Porti Grigi, al quale Frodo finalmente viaggia per riposare." Parimenti, un recensore all'Imdb lamenta: "Nessuno spiega mai PERCHÉ Sauron sia maligno. Egli è solo questo bulbo oculare che fluttua su una torre... [Gli Elfi] corrono via alla mitica terra oltre il mare (totalmente inspiegata e cavata dal cappello come siamo a supporre che qualcuno l'intenda)".

    Come tali recensori evidentemente non sanno, discussioni come la questione delle origini di Sauron e della natura del "luogo oltre i Porti Grigi" sono trattate negli scritti di Tolkien. Un film su Ovesturia sarebbe il luogo giusto per presentare tali informazioni. Rivelerebbe di più del vasto legendarium di Tolkien, per quanto concerne la sua complessa coerenza e interconnessione, alle persone che non si sono ancora prese il disturbo di leggere i libri. E pure coloro che hanno letto i libri dovrebbero essere in grado di apprezzare un tal film, perché più si meditat su questa storia, più chiaro diviene che Tolkien non realizzò mai in pieno il suo potenziale. I suoi tentativi di romanzi e storie più lunghe ambientate nel reame di Númenor si rivelarono vani. I più completi resoconti della Caduta dell'Ovesturia sono narrati nel formato delle "Antiche Leggende" di Tolkien, non rimpolpati in romanzi di lunghezza piena. Forse Tolkien sentì che erano troppo torve, e gli orrori implicati troppo terribili, per lui per raccontarle dettagliatamente.

    Questa invero sarebbe una delle maggiori sfide a fronteggiare una persona che tentasse di rimpolpare questa storia a scopi cinematografici: da una parte si deve essere relativamente espliciti su quanto realmente sprofondarono in basso i Númenoreans quando si lasciarono sedurre da Sauron -- o il risultato sinale non avrebbe senso. Ciò inevitabilmente significa che la seconda metà d'un film sull'Ovesturia dovrebbe avere un'atmosfera meglio descritta come "The Omen incontra Schindler's List", più cupa delle pur più cupe porzioni della trilogia di Jackson. D'altra parte, se si ha pure il minimo rispetto per quel che Tolkien incarnava, nessun cineasta che pretendesse di presentare una delle sue stories dovrebbe sguazzare nel grottesco. Sarebbe un equilibrio delicato; probabilmente si dovrebbe essere relativamente espliciti in assai poche scene e lasciare il resto orribimente sottinteso (fumo nero che sale costantemente dal Tempio...!) È innegabile che sarebbe un film cupo, come ci si dovrebbe aspettare laddove Sauron è uno dei personaggi principali e non solo una remota minaccia. Come Tolkien stesso scrisse circa le "più antiche leggende" (The Letters of J.R.R. Tolkien p. 333):

    A un di presso sono tutte arcigne e tragiche: un lungo resoconto dei disastri che distrussero la beltà del Mondo Antico, dall'occultamento di Valinor alla Caduta di Númenor e alla fuga di Elendil. E non vi sono hobbit. Né Gandalf appare.

    Si può ben immaginare che alcuni recensori, se conoscessero l'opera di Tolkien principalmente da ISdA e Lo Hobbit e fossero meno al corrente dei temi più cupi del Silmarillion, rigetterebbero cone "non-Tolkieniano" l'umore più torvo che larghi tratti del film Ovesturia dovrebbero avere.

    A dispetto di tali problemi, a dispetto dell'assenza di perosnaggi amati, a dispetto pure dell'apparente riluttanza di Tolkien di rimpolpare questa storia in pienezza di dettagli, penso che varrebbe la pena tentare di realizzare il suo potenziale come film a lunghezza piena. Invero il tema centrale di ISdA, identificato da Tolkien stesso, è molto più esplicitamente presente nella storia dell'Ovesturia che non nell'ISdA medesimo! Così qual è il tema reale della saga di ISdA? I linguisti Tolkieniani come me sono devoti alle citazioni in cui Tolkien dice che aveva sviluppato le sue storie per avere un'ambientazione per i suoi linguaggi inventati, ma non è quella la sola risposta che diede a tale questione. Nelle Lettere of J.R.R. Tolkien ["La realtà in trasparenza", N.d.T.], l'autore nega che la storia sia realmente su una guerra (o su linguaggi fittizi, quanto a questo). La guerra e la Cerca sono incidentali, dando ai personaggi qualcosa da fare. Bene, qual è il tema vero, se non è una guerra? Qui ciò che Tolkien Stesso scrisse (Letters, p. 246):

    Il tema reale per me è qualcosa di assai più duraturo e difficile: Morte ed Immortalità: il mistero dell'amore per il mondo in una razza [Uomini] 'destinata' a lasciarlo e verosimilmente perderlo; l'angustia nei cuori di una razza [Elfi] 'destinata' a non lasciarlo, fin quando la sua intera storia del risveglio dal male sia completa.

    Rammento che leggendo una recensione a ISdA su Imdb.com un recensore lievemente confuso domandò: "Allora qual è l'affare dell'immortalità Elfica, in ogni caso?" Si può aggiungere: "Qual è l'affare della mortalità Umana?" Sin qui, l'immortalità degli Elfi e la mortalità degli Uomini ci sono state presentate come mere realtà di vita (e di morte!) in Terra di Mezzo. Non v'è nulla di più da dire su tale apparente ingiustizia – delle razze gemelle di Elfi ed Uomini, soltanto gli Elfi hanno il dono dell'immortalità? Vi è invero di più da dire. In un film su Ovesturia, sia i personaggi principali che l'uditorio che li guarda si troverebbero essi stessi a lottare contro una delle più profonde e più meditate idee della mitologia di Tolkien: la nozione, così dura da accettare, che la mortalità degli Uomini sia proprio un dono tanto quanto l'esistenza immortale degli Elfi.

    Sì, questo sarebbe un film alquanto più "profondo" di quanto non sia la trilogia di Jackson, o un film su "Lo Hobbit" potrebbe mai essere. Stavolta, la religione dovrebbe essere un importante elemento della trama; non potrebbe essere smorzato o tagliato. Nella trilogia di Jackson (come nel romanzo su cui è basata), vi sono solo pochi riferimenti sparsi ai Valar, gli angelici Guardiani del Mondo. Ma vi è un riferimento, estremamente oscuro, ad Eru Stesso, il Dio Creatore che è da ultimo dietro ogni cosa: quando Aragorn parla alla compagnia Elfica prima della battaglia al Fosso di Helm, dicendo loro di non mostrare pietà in quanto non ne avrebbero ricevuta, lo si può udire rivolgersi loro come agli Eruchín, Figli di Eru -- Dio! Ma tale unico riferimento ad Eru non si riflette nei sottotitoli.

    In un film sull'Ovesturia, si avrebbe direttamente a che fare con la "teologia" di Tolkien. I Valar ed Eru Stesso potrebbero non apparire in scena, certo. Però i personaggi avrebbero di che porvisi in relazione, in conformità al Suo volere o in rovinosa ribellione, durante tutto film. E il culmine disastroso, che sarebbe di proporzioni davvero Bibliche, è il solo momento in tutte le lunghe ere coperte dal legendarium Tolkieniano in cui Eru Stesso interviene direttamente nella storia del mondo che ha creato.

    Le Fonti

    Vi è, comunque, un problema -- cui si è già alluso. Ha a che fare con l'ammontare dei materiali sorgente.

    La trilogia di Jackson è basata su di un romanzo di 1000 pagine. Gli sceneggiatori ebbero il compito (sovente ingrato) di condensare, abbreviare e semplificare questa storia prima che potesse essere narrata pure in tre lunghissimi film. Certo, molto ebbe ad essere tagliato, da Tom Bombadil alla Ripulitura della Contea.

    Comunque, uno sceneggiatore che tentasse di congegnare un copione per un film sull'Ovesturia fronteggerebbe esattamente il problema opposto. Non si ha un lungo romanzo da cui partire. Il compito non implicherebbe d'abbreviare o condensare alcunché; al contrario, la storia avrebbe di che essere rimpolpata dallo scheletro narrativo di base fornito dal Professorr. La fonte principale sarebbe un testo pubblicato nel medesimo volume del Silmarillion: l'Akallabêth - La Caduta di Númenor. Circa quaranta pagine in tutto, compendiano l'intera storia trimillenaria della civiltà Númenoreana. Un film sull'Ovesturia sarebbe sugli eventi dell'ultimissima generazione, correlati alla storia dell'arrogante Re Usurpatore, Ar-Pharazôn il Dorato, che nella sua follia portò Sauron a Númenor. Questo corrisponde alle ultime venti pagine o poco più dell'Akallabêth. Sebbene Tolkien altrove insinui che l'Akallabêth fu scritto da Elendil, uno dei pochi a sopravvivere all'apocalisse Númenoreana, tale supposto "racconto di prima mano" recita piuttosto come un'antica leggenda. Non un singolo personaggio emerge come una reale personalità. Non è dato conoscere di Elendil ed il suo figlio Isildur lcunché come è dato conoscere del loro remoto discendente Aragorn in ISdA. Vi sono pochissimi dialoghi; solo una manciata di battute.

    La sequenza epica degli eventi richiederebbe un film di tre ore piene per rendere giustizia al tema monumentale: non si può racchiudere la fine di un'intera civiltà in un'ora e mezza. Ma quando Tolkien verosimilmente non diede abbastanza materiale per riempire tre ore? Se un tale film potrebbe essere dopo tutto prodotto, è ovvio che quegli spettatori che in seguito volessero leggere "il romanzo su cui è basato" potrebbero ben essere delusi nello scoprire che l'originale storia di Tolkien recita una mera sinopsi del film visto. In qualche modo, la correlazione tra un film su Ovesturia ed il testo originale Tolkieniano rassomiglierebbe alla correlazione tra ogni film su Gesù (inclusa la Passione di Cristo di Gibson) e i Vangeli originali. La storia di base è la medesima, ma ovviamente gli sceneggiatori dovettero aggiungere un'abbondanza di dettagli narrativi, in particolare molti nuovi dialoghi. Anche i Cristiani più conservatori sembrano propensi a perdonare ciò (almeno nel caso della Passione), ma i Tolkieniani puristi perdonerebbero un copione che osasse rimpolpare l'Akallabêth con una quantità di dettagli che il Professor Tolkien non concepì mai realmente? E il produttore potrebbe ancora essere ritenuto un Tolkieniano, o sarebbe meramente Tolkienesco, una specie di fan fiction?

    A fronte di tali potenziali (e valide) critiche, lo sceneggiatore che rimpolpasse la storia dovrebbe per quanto possibile importare la "polpa" da altre parti della produzione di Tolkien. Per buona ventura, Tolkien aveva molto di più da dire su Númenor che non il relativamente breve racconto dell'Akallabêth annesso al Silmarillion. In particolare, molto materiale di fondo pregiato su Númenor fu pubblicato nei Racconti Incompiuti (inclusa una mappa). Lì Christopher Tolkien pubblicò anche una delle novelle abortite di suo padre ambientata in Númenor (Aldarion e Erendis). Tale storia ha luogo molto prima dell'arco temporale che un possibile film su Ovesturia ricoprirebbe, ma tale materiale è ancora d'aiuto per apprezzarne milieu e culture -- come Tolkien stesso vedeva la società Númenoreana. Materiale da un'altra novella abortita ambientata in Númenor apparve nel libro The Lost Road. L'ipotetico sceneggiatore dovrebbe considerare tutto ciò che Tolkien ebbe a dire su Númenor, e salvarne quanto possible nel suo copione.

    Certo, tale materiale non è sempre internamente coerente. Per molti aspetti si dovrebbe adottare l'Akallabêth pubblicato come storia di base, ma usare ancora dettagli da altre versioni ove possible. Per esempio: nell'Akallabêth pubblicato, Ar-Pharazôn stesso si reca in Terra di Mezzo e (come sembra) vince Sauron, che gli si arrende ed è portato a Númenor. In una versione precedente pubblicata in The Lost Road p. 66-67, Ar-Pharazôn convocava meramente Sauron a Númenor, e l'Oscuro Signore sorprendentemente ubbidì, arrivandovi in nave. Questa è chiaramente la versione più debole della storia, e Tolkien stesso l'abbandonò. Ma pure così, uno sceneggiatore potrebbe ben fare uso della vena disonesta di Sauron quando per la prima volta incontra i Númenoreani: "Siate lieti, uomini di Númenor, perché prenderò il vostro re come mio re, ed il mondo sarà posto nelle sue mani!" In un film Ovesturia, Sauron pronuncerebbe queste parole nell'arrendersi ai Númenoreani in Terra di Mezzo, non dopo l'arrivo a Númenor con mezzi propri (la maniera che Tolkien scrisse nella versione più antica): si può salvare tale Linea Tolkieniana Genuina (LTG) ad ogni modo.

    Più LTG potrebbe essere importata da altre parti della produzione di Tolkien, incluso lo stesso ISdA. Vi sono già precedenti per questo nei film di Jackson. Sopra si menzionava come una battuta di Elrond dalle Appendici a ISdA d'improvviso compaia nella bocca di Galadriel nella Compagnia dell'Anello di Jackson (extended version). Vi sono effettivamente parecchi esempi di battute trasferite da un personaggio ad un'altro (anche il Barbalbero di Jackson pronuncia alcune battute che Tolkien attribuì a Tom Bombadil, che naturalmente è del tutto fuori dai film). Quando si tratta della preistoria degli Anelli di Potere, molte delle battute di Gandalf cinematograficamente inutilizzate potrebbero benissimo essere trasferite ad Amandil, saggio nonno di Isildur. Vi sono molte battute "inutilizzate" da ISdA così virtuose che qualcuno dovrebbe pronunziarle in questi film, anche se non il personaggio che Tolkien originariamente intendeva!

    Quanto alla storia in generale, dovrebbero esservi molte allusioni al "passato" come descritto nel Silmarillion vero e proprio. Quindi si dovrebbe mantenere il contatto con l'opera originale di Tolkien in ogni punto. Invero, così come la trilogia di Jackson inizia con un flashback agli eventi culminanti della Seconda Era quando Sauron perdette l'Anello, un film sull'Ovesturia dovrebbe incominciare con qualche sorta di sinopsi del Silmarillion, certo focalizzando gli elementi più rilevanti per la storia di cui narrare: Eru, i Valar e Morgoth; l'origine delle razze degli Elfi Immortali e degli Uomini Mortali; il viaggio di Eärendil al Reame Beato di Valinor all'Ovest, che porta alla caduta di Morgoth; l'Isola di Númenor che fu innalzada dal mare come ricompensa per quegli Uomini che avevano combattuto al fianco degli Elfi contro Morgoth.

    Più tardi nella storia, si potrebbero immettere elementi da Degli Anelli di Potere e la Terza Età, l'ultima delle parti annesse al Silmarillion. Questo è particolarmente rilevante per il pressoché inevitabile flashback alla parte centrale della Seconda Era, quando Sauron sedusse i fabbri Elfici dell'Eregion ed essi crearono gli Anelli di Potere.

    Possiamo in breve occuparci di un'altra potenziale obiezione. Nel libro di ISDA, ed in minor misura nel film, Númenor è parte della remota retro-storia che Tolkien (/Jackson) usa a dare profondità e risonanza al suo racconto. Ciò è vero anche per i riferimenti ad un passato pure più profondo, la Prima Era, come quando si fanno diverse allusioni alla storia di Beren e Lúthien. Tolkien annotò (The Letters of J.R.R. Tolkien p. 333):

    Parte dell'attrazione del S[ignore degli] A[nelli] è, penso, dovuta ai barlumi di una storia più ampia nel retroscena: un'attrazione come quella di vedere lungi un'isola non visitata, o mirare le torri d'una città distante scintillare in una bruma luminosa. Andarvi è distruggere la magia, a meno che nuove inattingibili vedute ne siano rivelate.

    Se un film su Ovesturia fosse mai prodotto, invero "vi si andrebbe", scavando nel remoto passato che da ultimo conduce agli eventi dettagliati nella trilogia di ISdA. Si andrebbe a Númenor, sinora "isola non visitata" per quanto concerne il pubblico dei film. Si vedrebbero le dorate, scintillanti torri d'Armenelos, la più bella delle città. Ciò "distruggerebbe la magia"? Come notato sopra, penso che l'uditorio effettivamente apprezzerebbe un film che desse informazioni su tutte le cose che non sono realmente spiegate nella trilogia di Jackson. Ma ci si dovrebbe probabilmente assicurare che quelle "nuove inattingibili vedute" siano invero rivelate. Dovrebbero esservi allusioni, deliberatamente non del tutto spiegate, al mondo più antico: Fëanor e la ribellione dei Noldor, le prime guerre contro Morgoth il Nero Nemico del Mondo, la città nascosta di Gondolin e il regno perduto del Doriath; vi sarebbero Beren and Lúthien ancora una volta.

    Inattingibili vedute invero: vi sono coloro cui piacerebbe vedere il Silmarillion in una serie di film, ma non sono sicuro che sia una buona idea. Nel caso di questi racconti, lo stile "remoto" è probabilmente parte integrante della loro qualità; sono intenzionalmente scritti a dare l'impressione che siano leggende tramandate attraverso molti secoli. Una versione filmica annichilirebbe tale qualità, dacché un film trasporterebbe nel tempo fino a rivivere gli eventi "come avvengono"; il formato leggendario è perduto. Poi, vi sono molti elementi nel Silmarillion che sono realmente difficili da visualizzare; cose avvenute in una specie di mitica realtà che funzionano abbastanza bene nel formato letterario, ma un tentativo di versione filmica apparirebbe facilmente apparire inusitato oppure sciocco (Huan il Cane Parlante? [Pure, animali e creature mitiche come draghi ed aquile potrebbero esser resi parlanti per via "telepatica", associandone le voci non a movimenti "labiali" ma a sguardi intensi, cosa che non sarebbe eccessivamente ridicola ed evidenzierebbe la loro essenza intima, che il Silmarillion definisce di entità spirituali incarnate, N.d.T.]) Ma la storia di Númenor è differente. Mia opinione è che, potrebbe essere rimpolpata a narrazione di lunghezza piena con un buon risultato, se ciò fosse fatto con raziocinio e cura e con la dovuta considerazione della produzione di Tolkien come un tutto. (Non che un cineasta necessiterebbe d'avere un approccio totalmente "fondamentalista"; in certe questioni da poco ci si possono ben permettere lievi deviazioni dall'opera originale di Tolkien, tanto più se egli stesso sperimentò differenti idee e molto del materiale non è realmente "canonico" -- fu pubblicato soltanto postumo. Non dovrebbe, comunque, esserci alcuna necessità di modifiche pure pressappoco tanto drastiche quanto il revisionismo talvolta ostentato da Jackson.)

    Tutto bene. Ciò è troppo ampolloso. è tempo di venire al sodo.

    Tenterò, Dio m'aiuti, di dimostrare a cosa un possibile film sull'Ovesturia potrebbe somigliare. Ho redatto una specie di "scaletta" per la prima parte d'un tal film, sino al punto in cui l'influenza Sauroniana inizia a sentirsi in Númenor. (Se mi prenderò il disturbo di redigere alcune idee anche per la seconda parte, quando le cose si fanno realmente cupe ed ogni cosa scende a spirale verso l'Apocalisse, rimane da vedersi.) Quel che segue non è assolutamente inteso come una "rinarrazione" indipendente della storia di Tolkien, sebbene tenterò di indicare come una rinarrazione effettiva (cinematografico) potrebbe essere concepibilmente strutturata -- date le possibilità e restrizioni del formato cinematografico, e la natura delle fonti Tolkieniane. Il lettore in definitiva non si dovrebbe aspettare alcun elegante flusso narrativo (che deve piuttosto essere cercato nelle opere di Tolkien originali). Questa strettamente parlando non è una "narrazione" al postutto, ma piuttosto i risultati di molti lambiccamenti e meditazioni su tale materiale: un elenco di possibilità che uno sceneggiatore potrebbe esplorare se chi detiene i diritti autorizzasse mai un progetto filmico Ovesturia (non sono ottimista). Il lettore sovente incontrerà riserve come "forse si potrebbe..." oppure "qui il Personaggio X potrebbe forse...", le quali sono probabilmente affatto noiose se si vuole una rinarrazione ampia e fluente, pienamente realizzata della storia di Tolkien. Ma ciò richiederebbe parimenti il consenso dei detentori dei diritti, e pertanto non può qui darsi. (Un lungo romanzo su Númenor potrebbe invero essere una buona lettura, ma allora si invaderebbe il campo del mezzo letterario che Tolkien stesso usò, e per quanto ne so, i detentori dei diritti non hanno mai autorizzato alcuno scrittore posteriore a Tolkien né a scrivere nuove storie ambientate nel mondo di Tolkien né a rimpolpare alcune delle leggende di Tolkien in lunghi romanzi.)

    Dovrò spesso far riferimento, non soltanto all'Akallabêth annesso al Silmarillion, ma anche a The Letters of J.R.R. Tolkien, Unfinished Tales e certi volumi della serie della History of Middle-earth (la più comprensiva presentazione di Christopher Tolkien degli scritti che suo padre lasciò): The Lost Road, Sauron Defeated, The War of the Jewels e The Peoples of Middle-earth. Invero parte delle mie intenzioni è dimostrare che uno sceneggiatore determinato potrebbe prontamente trovare molte informazioni su Númenor, e sul mondo di Tolkien in generale, che non sono incluse nell'Akallabêth. Rimpolpare la storia potrebbe non essere così difficoltoso dopo tutto, se si tien conto di tutti i frammenti d'informazione sparsi per tutti gli scritti di Tolkien. Parlando per me stesso, talvolta ho sentimento di stendere una storia più vasta che in qualche modo sia già , benché Tolkien non tentò mai di narrarla come un romanzo integrale.

    Idee per un film sull'Ovesturia: Parte Prima

    Ardalambion, il mio sito web di linguistica Tolkieniana (del quale i materiali cinematografici non sono propriamente parte)

    Libro degli Ospiti