VOCABOLARIO DEL CORPUS QUENYA

di Helge Fauskanger - traduzione di Gianluca Comastri

Il presente vocabolario, che ricopre circa un quinto delle pubblicazioni complessive, è da intendersi come un ausilio per l'interpretazione dei testi Quenya attualmente compresi nel corpus. Esso inoltre elenca come minimo moltissime delle parole smarrite sparse tutt'intorno in HoME e gli altri libri. Tale lista normalmente non include parole trovate soltanto nelle Etimologie, le quali possono facilmente venir rintracciate usando l'Indice fornito in questo sito web. Il precedente materiale "Qenya" nei Racconti Perduti e il "Lessico Qenya" ne è escluso, come lo sono i poemi "Qenya" in MC:213-221 (compresa la più antica versione del Markirya) e i frammenti non tradotti di un poema nella biografia di Carpenter. Per quanto concerne i nomi propri, si è tentato di includere tutti quelli reperiti nel SdA e nel Silmarillion, altrimenti selezionati (leggi: inconsistenti).
          I testi centrali sono così denotati:


          FG - "l'Augurio di Frodo", il celebre elen síla lúmenn'omentielvo in SdA1:I cap. 3.
          Nam - "Namárië", lamento di Galadriel in SdA1:II cap. 8, che inizia ai! laurië lantar lassi súrinen...
          EO - "il Giuramento di Elendil", ripetuto da Aragorn alla sua incoronazione, reperibile in SdA3:VI cap. 5; inizia Et Eärello Endorenna utúlien...
          CO - "il giuramento di Círion" in RP:305, 317 (vanda sina termaruva etc.)
          Markirya - "il poema Markirya" nella sua versione finale, com'è pubblicato in MC:221-222.
         

"SA" è riferito alle Appendici del Silmarillion. Un riferimento come "SA:aglar" significa che il vocabolo Quenya (in questo caso alcar, alkar) si trova alla voce aglar in questa Appendice. Quando il vocabolo Quenya è posto in testa alla voce, il riferimento è semplicemente "SA". Da questa Appendice non è sempre chiaro quali vocaboli siano Quenya, quali siano forme primitive e quali siano Sindarin; in casi del genere, i vocaboli Quenya sono identificati dai significati delle altre fonti o (con minor certezza) dal loro stile.
          Nel caso di nomi reperiti nel Silmarillion, non è dato nessun'altro riferimento che non "Silm", dacché tali nomi possono facilmente essere localizzati usando l'eccellente indice fornito da Christopher Tolkien.
          La compitazione è per la maggior parte regolamentata; la dizione usata nelle fonti è talvolta indicata, p.e. Carmë ("Karmë") "arte" (UT:459). Mentre qui correntemente si sostituisce k con c, diversi nomi reperibili nel testo principale del Silmarillion (come Ekkaia, Melkor) sono lasciati inalterati.
         


          a (1) particella vocativa "O" in a vanimar "O meravigliosi" (SdA3:VI cap. 6, tradotto in Lettere:308)
          a o á (2) particella imperativa: a laita, laita te! "benediteli, benediteli!", á vala Manwë! "così voglia Manwë!", letteralmente *"o imperi Manwë!" (vedere laita, vala per riferimenti)
          a (3) "e", variante di ar reperibile nella Canzone di Fíriel (ove si ha anche ar; a sembra essere usato davanti alle parole che iniziano per f-, ma non è noto se ciò valga anche nel Quenya più tardo)
          a- prefisso reperibile nel poema Markirya (Tolkien prima usò na-, poi cambiandolo). È premesso alle forme verbali che seguono una parola che sia l'oggetto di verbi come "vedere" e "udire" e descrive che cosa stia facendo l'oggetto, come in man cenuva lumbor ahosta[?] (modificato da na-hosta), "chi vedrà le nuvole radunarsi?" (hosta = "radunare").
          acúna ("akúna") vedere cúna
          aha "ira", anche il nome della tengwa 11, inizialmente chiamata harma (Appendice E)
          ahosta vedere hosta
          *ahya- "cambio", only attested in the past tense: ahyanë (PM:395)
          ai! interiezione "Ah!", "Ahimè!" (Nam, RGEO:66)
          aica "devastante, terribile, atroce" (PM:347; in accordo con PM:363 raramente riferito a cose malefiche), in Aicanáro ("Aika-") "fiamma tagliente, fuoco devastante", nome maschile; in Sindarin Aegnor. (Così in SA:nár e PM:345; MR:323 riporta Aicanár)
          aimenal, aimenel - vedere lirulin
          aina "sacro", derivato da Ainu. Adottato e adattato dal Valarin. (WJ:399, FS, SA)
          Ainu "uno degli ordini dei Valar e dei Maiar, creati prima di Eä"; pl. Ainur attestato. Adottato e adattato dal Valarin (WJ:399). Ainulindalë "La Musica degli Ainur" (SA:lin #2), la Prima Istoria (WJ:406)
          aiquen "alcuno" (WJ:372)
          airë "santo", airetári o Airë Tári "santa regina" (un titolo di Varda, PM:363), genitivo aire-tário "della santa regina" (Nam, RGEO:67 - in accordo con PM:363, airë è il nome "santità", mentre aira è l'aggettivo "santo")
          aiwë "piccolo uccello" (SA:lin #1); Aiwendil "Amico degli Uccelli" (UT:401)
          aiya "hail", come augurio (SdA2:IV cap. 9, vedere Lettere:385 per la traduzione)
          Alamanyar nome degli Elfi che partirono per la marcia da Cuiviénen ma non raggiunsero Aman; = Úmanyar (MR:163)
          alcar (così in CO, altrove "alkar") "gloria, brillantezza, splendore" (WJ:369, CO); alcarinqua agg. "glorioso" (WJ:412); nome Alcarinquë, "il Glorioso", nome di un astro/pianeta (SA:aglar - qui pronunciato "Alkarinquë", ma nell'Indice del Silmarillion si ha "Alcarinquë". Il corpo celeste in questione sembra essere Giove, MR:435). Anche Alcarin "il Glorioso", titolo preso da Atanatar II di Gondor, anche il nome di uno dei Re di Númenor (Appendice A)
          alda "albero" (SA, Nam, RGEO:66, LR:41, SD:302), anche il nome della tengwa 28 (Appendice E). Gen. pl. aldaron "degli alberi" in Namárië. Per l'etimologia di alda, vedere Lettere:426. Nome di luogo Aldalómë *"Alberi della notte" o *"alberi del crepuscolo" (SdA2:III cap. 4); nome masc. Aldarion, *"Figlio degli Alberi", (Appendice A). Aldaron è un nome di Oromë (Silm). Aldúya quarto giorno della settimana Eldarin (di sei giorni), dedicato agli Alberi (Appendice D). Il vocabolo sembra includere *Aldu, forma dual riferita ai Due Alberi. I Númenóreani alterarono il nome in Aldëa (presumibilmente *aldajâ), riferito a un albero solo (quello Bianco). La forma duale Aldu sembra comparire anche in Aldudénië "Lamento per i Due Alberi" (una strana forma, dacché il Quenya non contempla la d intervocalica come in questo vocabolo). (Silm)
          Almaren la prima dimora dei Valar in Arda, apparentemente in relazione a almarë "beatitudine" (Silm, LR:357)
          alqua "cigno" (SA, UT:265); Alqualondë "Portocigno" (Silm)
          Altáriel "Galadriel", "fanciulla coronata da una ghirlanda raggiante" (SA:kal; Alatáriel è Telerin)
          aman "beato, libero dal male". Adottato e adattato dal Valarin. (WJ:399) Nome di luogo Aman Il Reame Beato, dalla radice mân- "buono, beato, incorrotto" (SA:mân). Agg. amanya "di Aman, *Amaniano" (WJ:411), sostantivo pl. Amanyar "quelli di Aman", Elfi ivi dimoranti. Anche più propriamente Amaneldi *"elfi di Aman" (WJ:373). Nome masc. Amandil *"amico di Aman" (Appendice A, SA:mân)
          Amarië (nome fem.; forse derivato da mára "buono") (Silm)
          amaurëa "alba, primo mattino" (poetico)
          *ambalotsë "fiore montante", riferito a "il fiore o attrezzo simile usato come una cresta fissata sulla punta di un alto [parola illegibile: ?arcaico] elmo". Stranamente, il vocabolo è asteriscato come inattestato (WJ:319)
          ambar 1. "destino" (variante di umbar?) in Turambar (SA:amarth); strumentale ambartanen "dal destino" (Silm cap. 21, UT:138). 2. (maiuscolo Ambar) "mondo". Ambar-metta "la fine del mondo" (EO)
          Ambaróna nome di luogo; presumibilmente una variante di Ambarónë "levata, aurora, Oriente" (SdA2:III cap. 4; compare nelle Etimologie, voce AM2)
          Ambarto *"elevato sopra", nome della madre (mai usato nella narrazione) di Pityafinwë = Amrod (PM:353, 354)
          Ambarussa "cima rugginosa", alternativa di Umbarto, nome della madre (mai usato nella narrazione) di Telufinwë = Amras (PM:353-354)
          ambo "colle", allativo pl. ambonnar "colli di sopra" in Markirya (ruxal' ambonnar "colli dalla cima sgretolata")
          amilessë "nome materno" (amil "madre" + essë "nome"), nome dato al fanciullo da sua madre, a volte con implicazioni profetiche (amilessi tercenyë "nome materno di profondo giudizio" (MR:217)
          amortala "levato", un participio ricorrente in Markirya, derivato da un (altrimenti inattestato) verbo *amorta- "levare" (letteralmente "risalire, salire su", cfr. orta-; il prefisso am- significa "su")
          ampa "uncino", anche il nome della tengwa 14 (Appendice E)
          an "per" (Nam, RGEO:66) - ma an nella frase es sorni heruion an! "le Aquile dei Signori sono a portata di mano" (SD:290) sembra denotare movimento verso (il narratore): le Aquile stanno arrivando.
          Anamo "della sorte" in Rithil-Anamo, q.v.
          ananta "ma ancora" (FS)
          Anar "sole" (SA:nár; UT:22 cfr. 51); anar "un sole" (Markirya); Anarinya "mio Sole" (FS). Vedere anche Úr-anar. In Anárion *"Figlio del Sole" and Anardil *"Amico del Sole", nomi masc. (Appendice A). Anarya secondo giorno della settimana Eldarin di sei giorni, dedicato al Sole (Appendice D) Anarríma nome di una costellazione: *"Bordo del Sole"??? (Silm; cfr. LR:383, radice RÎ)
          anca "mascelle" (Appendice E, SA - malgrado quanto Christopher Tolkien dice in questa entry, il vocabolo Quenya anca come tale NON appare nel nome Sindarin del dragone Ancalagon, bensì il suo affine Sindarin anc. Vedere ÁNAK nelle Etimologie.) Anche nome della tengwa 15 (Appendice E). Malgrado la sua lucentezza inglese, anca è una parola singolare (nelle Etim. la glossa è invero "mascella", non "mascelle").
          ancalima "più brillante, brillantissimo", sc. calima "brillante" con un prefisso superlativo o intensivo (SdA2:IV cap. 9; vedere Lettere:385 per la traduzione). Nome fem. Ancalimë nome fem., *"La più Brillante", anche masc. Ancalimon (Appendice A).
          anda "lungo" (come aggettivo) in Andafangar "Lungobarbi", una delle tribù dei Nani (= Khuzdul Sigin-tarâg e Sindarin Anfangrim) (PM:320); andavë "lungamente", come avverb. (SdA3:VI cap. 4, tradotto nelle Lettere:308)
          ando "cancello", anche nome della tengwa 5 (Appendice E)
          Andórë forma piena di Andor, "terra di dono", nome di Númenor (SD:247)
          andúnë "tramonto, occidente, sera" (Markirya, SA), anche in Namárië: Andúnë "Occaso" (ma la traduzione standard Quenya di "occidente" è Númen) (Nam, RGEO:66) Cfr. andu- in Andúnië, Andúril.
          Andúnië (apparentlemente una forma variante di andúnë) (nome di luogo, una città e porto sulla costa occidentale di Númenor, detto indicare "tramonto"). (Appendice A, Silm, UT:166)
          Andúril "Fiamma dell'Ovest", nome di spada (SdA1:II cap. 3)
          Andustar le "Terre Occidentali" di Númenor (UT:165)
          anessë "nome dato (o aggiunto)" (abbracciando sia epessi che amilessi) (MR:217)
          anga "ferro", anche nome della tengwa 7 (Appendice E, SA, PM:347), nome masc. Angamaitë "Mano di Ferro" (Lettere:347), Angaráto "Campione Ferreo", Sindarin Angrod (SA:ar(a) ). Nome di luogo Angamando "Prigione di Ferro", Sindarin Angband (MR:350) Cfr. anche Angainor la catena con la quale Melkor fu legato (Silm)
          anna "dono", anche nome della tengwa 23 (Appendice E, SA); pl. annar "doni" nel Canto di Fíriel. Annatar "Signore di Doni, *Doni-signore", nome assunto da Sauron quando tentò di sedurre gli Eldar nella Seconda Era (SA:tar)
          anta- "dare". Diverse occorrenze in FS: antalto "essi diedero"; stranamente, non sembra essere presente alcun marcatore di tempo passato (cfr. -lto per la desinenza); antar un verbo pl. tradotto "essi diedero", sebbene in Quenya maturo dovrebbe piuttosto essere il presente "danno" (pl.); antaróta "egli lo diede" (anta-ró-ta "diede-egli-esso"), un altro verbo ricorrente nel Canto di Fíriel, ancora una volta senza marcatore del passato. Leggi qualcosa come *antanéros o *antaneróta in Quenya maturo? Anche antáva "darà", futuro di anta- "dare"; leggi probabilmente *antuva in Quenya maturo; similmente antaváro "egli darà" (LR:63) dovrebbe piuttosto essere antuváro.
          anto "bocca", anche nome della tengwa 13 (Appendice E)
          anwë arcaico passato di auta-, q.v. (WJ:365)
          apa- "dopo", solamente attestato come un prefisso in apacenyë e Apanónar, q.v. Variante ep- in epessë.
          apacenyë è tradotto "preveggenti" in MR:216; ancora il contesto e la forma del vocabolo stesso chiaramente indicano che è effettivamente la forma pl. di un aggettivo *apacenya "preveggente". Il sostantivo "preveggenza" è quasi certamente *apacen; cfr. tercen "discernimento". (MR:216) Il significato letterale di *apacen è *"dopovista", sc. conoscenza di ciò che viene dopo. [Essi] apacenyë "[nomi] di preveggenza", nome profetico dato ad un bambino da sua madre (MR:216)
          Apanónar "gli Ultimi Nati", un nome Elfico degli Uomini Mortali come i Secondogeniti di Ilúvatar (WJ:387)
          aqua "totalmente, completamente, del tutto, interamente" (WJ:392)
          ar "e" (SA, FS, Nam, RGEO:67, CO, LR:47, 56)
          Ara-, ar- una forma prefissa della radice Ara- "nobile" (PM:344). In Aracáno "alto capitano", nome materno (amilessë, q.v.) di Fingolfin (PM:360, cfr. 344), Arafinwë "Finarfin" (MR:230)
          Araman "esterno ad Aman", nome di una regione (SA:ar, mân)
          aran "re"; pl. arani (WJ:369); gen.pl. aranion "di re" in asëa aranion, q.v.; aranya *"mio king" (aran + nya) (UT:193). Aran Meletyalda "re tua potenza" = "tua maestà" (WJ:369). In arandil "amico di re, monarchico" (Lettere:386); Arantar nome masc., *"Re-Signore" (Appendice A); Arandor "Terra di Re" (UT:165). Altri composti ingaran, Noldóran, Núaran, q.v.
          aranel "principessa" (UT:434)
          Aranwë *"Persona Regale", nome masc. (Silm)
          Aratan *"Nobile Adan", nome masc. (Silm)
          Aratar "i Supremi", i capi Valar, traduzione della parola straniera Máhani adottata ed adattata dal Valarin (WJ:402). Aratarya "sua sublimità"; Varda Aratarya "Varda l'elevata, Varda nella sua sublimità" (WJ:369)
          aráto "campione, uomo eminente" (SA:ar(a) )
          Arciryas nome masc. (evidentemente derivato da *arcirya "nave reale") (Appendice A)
          Arda "il Reame", nome della Terra come Regno di Arda (Silm). È detto che arda "indica ogni luogo più o meno delimitato o definito, una regione" (WJ:402 cfr. 413), una volta tradotto "Earth" (SD:246). Anche nome della tengwa 26 (Appendice E). Nome masc. Ardamírë "Gioiello del Mondo" (PM:348)
          árë "giorno" (PM:127) o "luce del sole" (SA:arien). Anche nome della tengwa 31. Originariamente pronunciato ázë; quando /z/ si fuse con /r/, la lettera divenne superflua e le fu dato il nuovo valore ss, perciò essa fu rinominata essë (Appendice E). Anche árë nuquerna *"árë inversa", nome della tengwa 32, simile alla normale árë ma volta sottosopra (Appendice E)
          Arfanyaras, Arfanyarassë una "variante o stretto equivalente" di Taniquetil (WJ:403)
          Arien nome fem., la Maia del Sole (Silm); cfr. árë "luce del sole"
          Armenelos Città dei Re in Númenor (ar-menel-os(to) "reale-cieli-città"???)
          Arnanórë, Arnanor "Arnor", Terra Reale (così arna = "reale"?) (Lettere:428)
          arquen "un nobile" (WJ:372)
          arta "esaltato, elevato" (PM:354)
          Artaher (Artahér-) "nobile signore", nome masc. (Sindarin Arothir) (PM:346)
          Artamir "Nobile gioiello", nome masc. (Appendice A)
          asar (Vanyarin athar) "tempo fissato, festival". Adottato ed adattato dal Valarin. (WJ:399)
          asëa aranion "foglia di re, athelas"; lett. "asëa [foglia?] dei re", vedere aran (SdA3:V cap. 8)
          *asta "mese", soltanto il pl. astar è attestato (Appendice D)
          Astaldo "il Valoroso", un titolo di Tulkas (Silm)
          Atalantë "la Caduta", nome della sommersa Númenor (Akallabêth, SD:247, 310; anche LR:47). Variante atalantië "Caduta", detta essere una normale formazione sostantiva in Quenya (Lettere:347). Anche nome comune atalantë "crollo, caduta", dal quale sostantivo è derivato l'aggettivo atalantëa "rovinoso, decaduto", pl. atalantië in Markirya (modificato nel sg. atalantëa - tale cambiamento non crea senso, dacché l'aggettivo indoubbiamente modifica un sostantivo plurale). Il verbo ataltanë "decadere, abbattere" (LR:47, SD:247), passato di atalta- "crollare, cadere" (LR:390; cfr. talta, q.v); variante atalantë "caduta" in LR:56
          Atan pl. Atani "il Secondo Popolo", un nome Elfico degli Uomini Mortali, i Secondogeniti di Ilúvatar. Cfr. anche Núnatani (WJ:386). Atanamir nome masc., *"Gioiello degli Edain"? (Appendice A). Atanatar nome masc., "Padre di Uomini" (Appendice A), anche nome comune atanatar, pl. Atanatári, "Padri di Uomini", un titolo che "propriamente appartiene soltanto ai capi e capitani dei popoli al tempo del loro ingresso nel Beleriand" (PM:324, SA:atar)
          atar "padre" (SA; WJ:402, UT:193); Atarinya "mio padre" (LR:70). Diminutivo Atarincë ("Atarinkë") "Padrino", nome materno (mai usato nella narrazione) di Curufinwë = Curufin (PM:353)
          atendëa "doppio-mezzo", nome dei due enderi o giorni di mezzo che occorrono negli anni bisesti secondo il calendario di Imladris (Appendice D, prima edizione di SdA)
          atta "due" (Lettere:427); Attalyar "Bipedi" (sg. *Attalya) = Nanerottoli (dal Sindarin Tad-dail) (WJ:389)
          atto "padre", vezzeggiativo (LR:59, cfr. la radice ATA nelle Etimologie)
          au- un prefisso verbale "fuori, *via", come in auciri ("aukiri") "tagliar fuori" (così come a sbarazzarsi di o perdere una porzione); contrasta con hóciri (WJ:365, 368)
          Aulë nome di un Vala, adottato ed adttato dal Valarin (WJ:399); Aulendur "Servitore di Aulë", applicato specialmente a quelle persone, o famiglie, fra i Noldor che effettivamente entrarono al servizio di Aulë ed al ritorno ricevettero istruzione da egli (PM:366)
          aurë "luce del sole, giorno" (SA:ur), locativo auressë "(nel) mattino" in Markirya
          Aurel (pl. Aureldi) = Oarel, q.v. "Elfo che partì dal Beleriand per Aman" (mentre i Sindar rimasero là) (WJ:363)
          auta- "andare via, lasciare" (lasciare il punto a cui pensa chi parla); antico passato "forte" anwë, usualmente rimpiazzato da vánë, perfetto avánië - ma quanbdo il significato è puramente fisico "andare via (in un altro luogo)", il passato oantë, perfetto oantië era adoperato. Participio passato vanwa "andato, perduto, non essere più ingannato, svanito, partito, morto, passato ed oltre" (WJ:365)
          Auzeldi forma Vanyarin (e forma originale) di Aureldi (WJ:374)
          áva, avá (quest'ultimo accentato sulla sillaba finale) "No!"; ávan "non voglio" (anche ván, ványë); áva carë! ("kare") "non lo fare!" (WJ:371)
          ava- (1), pa. avanë, non chiaramente glossato ma apparentemente indicante rifiutare o proibire (WJ:370). Cfr. Avamanyar.
          ava- (2) prefisso indicantie qualcosa di vietato: avaquétima "non da dirsi, che non deve esser detto", avanyárima "non da essere riferito o relazionato" (WJ:370)
          Avallónë Porto e città su Tol Eressëa. Nell'Akallabêth la città è detta essere così denominata in quanto è "di tutte le città è la più vicina a Valinor", ma l'etimologia non è ulteriormente spiegata. Cfr. le Etimologie, LR:370 radice LONO.
          Avamanyar Elfi che rifiutarono di recarsi in Aman (= Avari) (WJ:370)
          avánië, pl. avánier perfetto di auta-, q.v. (WJ:365)
          avar "ricusante, uno che rifiuta di agire come consigliato o comandato"; pl. Avari Elfi che rifiutarono di unirsi alla marcia verso occidente ad Aman (WJ:371)
          Avathar nome delle terre tra le Pelóri meridionali ed il Mare, ove Ungoliant dimorava; detto essere "non Elfico" in WJ:404 e deve essere pensato come un adattamento dal Valarin; d'altra parte, MR:284 afferma che esso è "antico Quenya" ed offre l'interpretazione "Le Ombre". Qualunque sia il caso, deve essere divenuto *Avasar nel Quenya degli Esuli.
          axan "legge, regola, comandamento". Adottato ed adattato dal Valarin. (WJ:399)
          axo "osso", pl. axor in Markirya
          ázë vedere árë
          áya "timore" (PM:363)
          caita "distendersi", anche presente "si distende". Sindanóriello caita mornië "fuori dala grigia campagna l'ombra si distende". (Nam, RGEO:67)
          cal- "splendere", futuro caluva ("kaluva") "splenderà" (UT:22 cfr. 51)
          Calacirya "Passo di Luce", Calacirya, la gran ravina nelle montagne di Valinor, il passaggio che conduceva da Valmar alla regione dove vivevano i Teleri. Genitivo Calaciryo in Namárië (Nam, RGEO:67)
          Calaciryan ("Kalakiryan") "il Passo di Luce", il passo nelle Pelóri, apparentemente una variante di Calacirya (WJ:403, SA:kal-, kir-). Calaciryan, Calaciryandë, "la regione di Eldamar (Patria degli Elfi) entro ed in prossimità dell'ingresso alla ravina, ove la Luce era più brillante e le terre più belle" (RGEO:70)
          Calaquendi "Elfi della Luce, Elfi Luminosi" (SA:kal-, SA:quen-/quet-, WJ:361, WJ:373)
          cálë ("kále") "luce" (Markirya)
          calima vedere ancalima
          Calimehtar nome masc., *"Spadaccino Lucente" (Appendice A)
          Calimmacil nome masc., *"Spada Lucente" (per *Calimamacil?) (Appendice A)
          Calion, Tar-Calion, il nome Quenya di Ar-Pharazôn "il Dorato"; Calion sembrebebbe essere connesso a cálë "luce". (Silm)
          calma "lampada", anche nome della tengwa 3 (Appendice E)
          Calmacil nome masc., *"Spada di Luce" o con ogni possibilità (se aplologia di *Calmamacil) *"Spada-Faro" (Appendice A)
          calmatéma "serie k" (Appendice E)
          Canafinwë "con voce forte o ?comandante Finwë", nome masc.; il suo nome Sindarin era Maglor (vedere Macalaurë). Nome Quenya brevee Cáno. (PM:352).
          cáno ("káno") "comandante", usualmente come il titolo di un capo minore, specialmente uno che agisce come luogotenente di uno più alto in rango (PM:345, SA:káno; PM:362 indica che cáno originariamente significava "strillone, araldo"); "dominatore, governatore, capitano" (UT:400) Mome masc. Cáno, vedere Canafinwë
          can- verbo "ordinare" (dare un ordine) o (per oggetti) "domandare" (PM:361-362; soltanto la radice KAN è qui menzionata)
          canwa "annuncio, ordine" (PM:362)
          carca "zanna" (SA:carak-), pl. carcar ("karkar") in Markirya, ivi tradotto "rocce", evidentemente con riferimento a rocce acuminate.
          car- "creare, fare", radice carë ("kare") nella frase áva carë "non farlo" (WJ:371); carir "formare", aoristo pl. nella frase i carir quettar "coloro che formano parole" (WJ:391). Participio passato carna, q.v. Alcune forme dubbie nel Canto di Fíriel: passato cárë ("káre") "made"; la forma carnë (LR:362) è probabilmente da preferire in Quenya maturo. Anche *cárië con vari suffissi: cárier ("kárier") è tradotto "essi fecero"; effettivamente sembra essere un perfetto privo di aumento *"essi hanno fatto", "essi" essendo semplicemente la desinenza plurale -r. Il significato letterale di cárielto ("kárielto") deve essere anche *"essi fecero" (cfr. -lto).
          Carmë ("Karmë") "arte" (UT:459)
          carna *"edificato, fatto" in Vincarna "fatto di recente" (MR:408). Carna sembrerebbe essere il participio passato di car-.
          carnë "rosso" (SA:caran), da non confondersi col passato di car-.
          Carnil ("Karnil") nome di una stella (o pianeta), identificato con Marte (MR:435)
          Carnimírië "adorno del Gioiello Rosso", l'albero di sorbo nel canto di Sveltolampo (SdA2:III cap. 4, SA:caran), anche tradotto "con ornamento di gioielli rossi" (Lettere:224; ove ricorre la lezione "carnemírie")
          Carnistir "viso rosso", nome masc., nome materno (mai usato nella narrazione) di Morifinwë = Caranthir (PM:353)
          Casar ("Kasar") "Nano", pl. Casari o Casári, partitivo plurale Casalli. Adattato dal Nanesco Khazâd. Casarrondo "Khazad-dûm" (WJ:388, 389)
          Castamir nome masc., "gioiello casta[?]" (Appendice A)
          celumë "torrente", locativo pl. celumessen ("kelumessen") in Markirya (ëar-celumessen è tradotto "fra le correnti marine", lett. *"nei torrenti del mare").
          Cemendur nome masc., *"Servitore della Terra" (Appendice A)
          cen- ("ken-") "vedere, mirare", futuro cenuva ("kenuva") "vedrà" in Markirya. Anche cen = sostantivo "vista" come l'elemento finale di alcuni sostantivi (*apacen, tercen, q.v.)
          centa "comunicazione, *indagine, *saggio"; Ósanwë-centa "Comunicazione del Pensiero", un'appendice al Lammas o "Resoconto delle Lingue" di Pengolodh (MR:415); cfr. anche essecenta, q.v.
          Cermië settimo mese dell'anno, "Luglio" (Appendice D)
          certa "runa" (dato il pl. certar), adattato dal Sindarin certh (una forma Quenya ereditata del primitivo *kirtê dovrebbe essere stata *cirtë). (WJ:396)
          cilmë "fare una scelta" (isolato da Essecilmë "scelta del nome", q.v.) (MR:214); anche in cilmessi ("kilmessi") "auto-nomi", letteralmente nomi di scelta personale (PM:339) (cilmë + essi, perciò *"scelta-nomi")
          cilya "abisso", allativo cilyanna ("kilyanna") "nell'Abisso" (sc. "entro [l']abisso") (LR:47, 56). In MR:471, cilya è definito come "crepaccio, gola".
          círa ("kíra") "navigare", verbo (apparentemente la radice continuativa di *cir-) (Markirya)
          cirinci ("kírinki"), sg. *cirincë, una specie di occelli, "non più grandi degli scriccioli, ma tutti scarlatti, con voci stridule al limite dell'umano udito" (UT:169). Sembra incorporare la desinenza diminutiva -incë.
          cirya "nave (dalla prua aguzza)" (SA:kir-, dove il termine è erroneamente trascritto círya con una lunga í; Christopher Tolkien probabilmente lo confuse con il primo elemento del nome Sindarin Círdan. Sembra che Círyon, il nome del figlio di Isildur, sia parimenti trascritto erroneamente; leggere Ciryon come nell'indice ed il testo principale del Silmarillion.) Anche in Markirya. Nella lettera Plotz, cirya è inflesso in tutti i casi eccetto il plurale possessivo. Composto in ciryaquen "marinaio, marittimo" (WJ:372). Nomi masc. Ciryaher *"Signore di Navi" (Appendice A), Ciryandil *"Amico delle Navi" (Appendice A), Ciryatan *"Costruttore di Navi" (Appendice A); Tar-Ciryatan, nome di un re Númenóreano, "Re Armatore" (SA:kir-)
          ciryamo "marinaio", nominativo e genitivo identici dacché il sostantivo termina già in -o: Indis i-Ciryamo "la Moglie del Marinaio" (UT:8)
          coa ("köa") "casa"; coarya "la sua casa" (WJ:369); coacalina "luce della casa" (una metafora per l'anima [fëa] che risiede all'interno del corpo [hroa]) (MR:250)
          coimas "pane di vita" = Sindarin lembas (SA:cuivië, PM:395); coimas Eldaron "il coimas degli Eldar" (PM:395)
          coirë "stimolo" [così è tradotto in SdA, ma personalmente preferirei "risveglio", N.d.T.], nel calendario di Imladris un precisamente definito periodo di 54 giorni (Appendice D), ma tradotto "il primo giorno di Primavera" nell'Appendice del Silmarillion (SA:cuivië)
          coirëa "vivente", coirëa quenya "lingua vivente" (PM:399)
          colindo "portatore", in cormacolindor (q.v.)
          colla "portato, indossato" (participio passato di col- "indossare"); anche usato come sostantivo = "vestimento, manto" (MR:385). Forma variante collo "manto" (SA:thin(d) ) nel nome Sindicollo (q.v.), sc. colla con una desinenza maschile.
          coranar "circuito del sole", anno solare (Appendice D; pl. coranári in PM:126)
          corma "anello" in cormacolindo "Portatore dell'Anello", pl. cormacolindor (SdA3:VI cap. 4, tradotto nelle Lettere:308); Cormarë "Giorno dell'Anello", un festivo istituito il 30 Yavannië in onore di Frodo (Appendice D)
          Corollairë ("Korollairë") vedere Coron Oiolairë
          coron "tumulo" (SA); Coron Oiolairë ("Koron"), il "Tumulo dell'Estate Eterna" ove crebbero i Due Alberi. Anche contratto Corollairë (WJ:401)
          cuivië "risveglio". In Cuiviénen, "Acque del Risveglio" (SA:cuivië, SA:nen)
          culumalda una specie di albero (SA:mal-)
          Culúrien un altro nome di Laurelin; apparentemente derivato dalla radice KUL- "rosso dorato" (Silm; LR:365)
          cúna ("kúna") 1) aggettivo "ricurvo, curvato", dal quale è derivato 2) il verbo cúna- "curvare", occurrente col prefisso a- (originariamente prefisso na-) in Markirya. Qui cúna- è intransitivo; non sappiamo se esso possa anche essere transitivo "curvarsi".
          curu "abilità" in Curufin, Curufinwë, Curunir. (SA)
          Curufinwë (così compitato in Silm; "Kurufinwë" in PM) *"Abile Finwë", un nome di Fëanor (PM:343); anche l'origine del nome Sindarin Curufin; Fëanor chiamò così il suo figlio prediletto dopo se stesso. Breve nome Quenya Curvo. (PM:352)
          Curumo *"l'Astuto", "Saruman" (UT:401)
          Curvo vedere Curufinwë
          Curwë ("Kurwë") "capacità tecnica ed inventiva" (PM:360 cfr. 344)
          -dil vedere -ndil
          -dur vedere -ndur
          e termine non identificato nella frase e man antaváro? (LR:63), "che cosa ci darà invero?" Può essere una particella avverbiale "invero"; d'altra parte, un assai antico testo "Qenya" può suggerire che sia il pronome "egli", sebbene "he" sia anche espresso dalla desinenza -ro: *"egli - che cosa ci darà?"
          ëa ("eä") "è", in un senso più assoluto (*"esiste") della copula (CO); "esso è" o "sia", adoperato come un sostantivo per "l'Intera Creazione", l'universo (WJ:402; Lettere:284, nota a piè pagina)
          ëala "essere, spirito" (il pl. ëalar è attestato), spiriti il cui stato naturale è di esistere senza un corpo fisico, come i Balrog (MR:165)
          8 HEIGHT=8> ëar "mare" (WJ:413; vedere Lettere:386 per l'etimologia), pl. ëari "mari" (FS, LR:47); Eär "il Grande Mare", ablativo Eärello "dal Grande Mare", et Eärello "fuori dal Grande Mare" (EO). In nomi come Eärendil "Amico del Mare", Eärrámë "Ala Marina" (SA), Eärendur nome masc., *"Servitore del Mare"; in effetti una variante di Eärendil (Appendice A). Usato ="marinaio (professionista)" (Lettere:386) Nome fem. Eärwen "Fanciulla del Mare" (Silm)
          Eärnil nome masc., contrazione di Eärendil (Appendice A)
          Eärnur nome masc., contrazione di Eärendur (Appendice A)
          ecet ("eket") "corta spada a lama larga [cinquedea? N.d.T.]" (UT:284)
          ehtelë "flusso d'acqua uscente, sorgiva" (SA:kel-)
          Ekkaia nome dell'oceano esterno: per *et-gaya? (Silm)
          él pl. éli "stella" (termine poetico) (WJ:362)
          ela! "mira!" (dirigento la visuale ad un oggetto effettivamente visibile) (WJ:362)
          elda 1. agg. "delle stelle", 2. sostantivo (Elda) = uno del popolo delle Stelle, alto-elfo (SA:êl, elen), soprattutto nel pl Eldar (WJ:362). Gen. pl. Eldaron (WJ:368, PM:395, 402); dativo pl. eldain "per gli elfi", per gli Eldar (FS); possessivo sg. Eldava "dell'Elfo" (WJ:407); possessivo pl. Eldaiva (WJ:368), Eldaivë governando una parola plurale (WJ:369). Il vocabolo Eldar propriamente si riferisce agli Elfi non-Avari soltanto. Composti: Eldalië "il popolo Elfico" (spesso usato vagamente a indicare tutte le razze di Elfi, sebbene esso propriamente non includa gli Avari) (WJ:374; possessivo Eldaliéva nel nome Mindon Eldaliéva, q.v.), Elda-lambë "il linguaggio degli Eldar" (WJ:368), Eldamar "Patria degli Elfi", secondo MR:176 un altro nome di Tirion (vedere tir-). Eldameldor "Amanti degli Elfi" (WJ:412); Eldandil (pl. Eldandili in WJ:412) "Amico degli Elfi" (dagli Edain confuso con Elendil, propriamente "Amico della Stella") (WJ:410); Eldanor "Elfinia", regioni di Valinor ove gli Elfi risiedevano e le stelle potevano essere viste (MR:176)
          Eldacar nome masc., *"Capo Elfo"??? (Appendice A)
          Eldarin aggettivo derivato da Elda (Silm)
          Eldo variante arcaica di Elda, propriamente uno dei "Marciatori" da Cuiviénen, ma il termine uscì dall'uso (WJ:362, 374)
          Elemmírë *"Stella-gioiello" (elen + míre, notare l'assimilazione nm > mm), nome di una stella/pianeta (con ogni possibilità Mercurio, MR:435, ove la compitazione è Elemmirë); anche nome di un Elfo. (SA:mîr)
          elen "stella" (SA:êl, elen); pl. eleni (occasionalmente in versi: eldi) (WJ:362); gen. pl. elenion nella frase Elenion Ancalima "più brillante delle stelle" (SdA2:IV cap. 9; vedere Lettere:385 per la traduzione); allativo elenna "verso le stelle" usato come nome di Númenor (Silm; vedere Elenna); ablativo pl. elenillor "dalle stelle" in Markirya. Agg. elenya *"stellare" (solamente definito come un aggettivo riferentesi alle stelle da Tolkien) (WJ:362)
          elena agg. "delle stelle" (SA:êl, elen)
          Elendë regioni di Valinor ove gli Elfi risiedevano e le stelle potevano essere viste (MR:176)
          Elendil nome masc. "Amico delle Stelle", "Amante o studioso delle stelle", applicato ai devoti della scienza astronomica. Comunque, quando gli Edain usarono tale nome lo intendevano come ad indicare "Amico degli Elfi", confondendo elen "stella" con elda "elfo" (WJ:410). (Tale idea che il nome fosse impropriamente applicato sembra essere posteriore; Tolkien inizialmente interpretò il nome come un antico composto Eled + ndil; vedere Lettere:386.) Allativo Elendilenna "a Elendil" (PM:401); Elendil Vorondo genitivo di Elendil Voronda "Elendil il Risoluto" (CO) Pl. Elendili i Númenóreani Amici degli Elfi (Silm)
          Elendur nome masc., *"Servitore delle Stelle", probabilmente inteso a significare *"Servitore degli Elfi"; in effetti una variante di Elendil (Appendice A)
          Elenna "Verso le Stelle", un nome di Númenor: Elenna-nórë *"Terra Verso le Stelle", "la terra denominata Verso le Stelle", genitivo Elenna-nórëo nel Giuramento di Cirion
          Elentári "Regina delle Stelle", titolo di Varda (SA:tar)
          Elenwë *"Persona Stellare", nome masc.[deve trattarsi di un refuso nell'originale: Elenwë fu sposa di Turgon, N.d.T.] (Silm)
          elenya *"stellare" (solamente definito come un aggettivo riferentesi alle stelle da Tolkien) (WJ:362). Elenya, nome del primo giorno della settimana Eldarin di sei giorni, dedicato alle stelle (Appendice D).
          Elerossë nome masc., "spuma di stelle", spuma illuminata dalle stelle, Sindarin Elros (PM:348)
          Elerrína "Coronato di Stelle" (elen + rína), un nome di Taniquetil (Silm)
          Elessar "Gemma Elfica" (Elen + sar, effettivamente *"Stella-pietra", cfr. Elendil riguardo elen "stella" essendo usato ad indicare "Elfo") (SdA3:V cap. 8)
          Ellairë nome alternativo di Giugno, evidentemente incorporando lairë "estate" (PM:135)
          elvëa "stellato, come di stelle", pl. elvië in Markirya
          Elwë nome masc., *"Persona Stellare" (PM:340, WJ:369)
          elyë "pure tu", pronome di 2. persona sg. enfatico (Nam, RGEO:67)
          en termine non identificato ricorrente due volte nel Canto di Fíriel; secondo la teoria più plausibile è una particella avverbiale denotante che l'azione del seguente verbo trovò luogo molto tempo addietro.
          en- prefisso "re-, ri-", in enquantuva "riempirà", entuluva, "ritornerà", Envinyatar "Rinnovatore", envinyanta "ricomposto, *rinnovato", enyalië "rammentare" (Nam, RGEO:67, SdA3:V cap. 8, MR:405, UT:317)
          *endëa "mezzo" in atendëa, q.v.
          enderi "giorni intermedi", (sg. *enderë) nel calendario di Imladris tre giorni inseriti tra i mesi (o stagioni) yávië e quellë (Appendice D)
          Endien nome alternativo di "autunno" (PM:135)
          Endor "Terra di Mezzo" (SA:dôr), anche la forma lunga Endórë "Terra di Mezzo" (Appendice E); allativo Endorenna "alla Terra di Mezzo" in EO.
          enga "salvo" (= eccetto) (FS)
          engwa "malaticcio"; pl. nominale Engwar "i Malaticci", nome Elfico degli Uomini Mortali (Silm)
          enquantuva "riempirà" (Nam); vedere en-, quat-
          enquië settimana Eldarin di sei giorni, pl. enquier (Appendice D)
          envinyanta "guarito" (MR:405), puntando ad una radice verbale *envinyata- "guarire", letteralmente "rinnovare"; cfr. il titolo di Aragorn Envinyatar "il Rinnovatore" (SdA3:V cap. 8)
          enwina "antico" (Markirya)
          enyalië "rammentare", "commemorare"; dativo enyalien "per la commemorazione", "[in ordine] richiamare" nel Giuramento di Cirion
          enyárë "in quel giorno" (puntando al futuro) (FS)
          Eönwë nome di un Maia, evidentemente adottato ed adattato dal Valarin (WJ:417)
          epessë "dopo-nome", soprannome, prevalentemente dato come un titolo di ammirazione od onore (PM:339, UT:266)
          equë "dire/dice" o "disse" (uno pseudo-verbo senza tempo usato per introdurre citazioni or una costruzione "che"-); con affissi equen "dissi io", eques "disse egli/ella" (WJ:392, 415)
          eques pl. equessi "un'enunciazione, affermazione, una citazione di parole dette da qualcuno, un detto corrente o proverbiale" (WJ:392); I Equessi Rúmilo "i Detti di Rúmil" (WJ:398)
          Ercoirë nome alternativo di Febbraio (PM:135)
          erdë "singolarità", la persona come un intero (MR:216)
          Eressëa "solitario", spesso usato di per sé per Tol Eressëa, l'Isola Solitaria (Silm)
          erma "materia concreta" (MR:338, 470)
          Erquellë nome alternativo di Settembre (PM:135)
          Errívë nome alternativo di Novembre (PM:135)
          Ertuilë nome alternativo di Aprile (PM:135)
          Eru "l'Uno", Dio, un nome riservato per le occasioni più solenni (WJ:402), genitivo Eruo (MR:329). Composti: Eruhantalë "Ringraziamento ad Eru", una festività Númenóreana (UT:166, 436), Eruhin pl. Eruhíni "Figli di Eru", Elfi ed Uomini (WJ:403; SA:híni), Erukyermë "Preghiera ad Eru", una festività Númenóreana (UT:166, 436), Erulaitalë "Lode ad Eru", una festività Númenóreana (UT:166, 436), Erusén "i figli di Dio" (RGEO:74; questa è una bizzarra forma senza desinenza plurale. La forma normale sembra essere Eruhíni.)
          es termine non identificato nella frase es sorni heruion an! "le Aquile dei Signori sono a portata di mano" (SD:290); con ogni possibilità una forma assimilata di en, che qui può funzionare come una specie di particella deitica: *"Mira le Aquile... "
          essë "nome", anche tardo nome della tengwa 31, originariamente chiamata árë (ázë). (Appendice E). Pl. essi in PM:339 e MR:470. Essecarmë "nominazione" (MR:214, 470), cerimonia Eldarin ove il padre annuncia il nome del suo figlio. Essecenta (-"kenta") *"Nome-saggio" (vedere centa) (MR:415) Essecilmë "scelta del nome", una cerimonia Eldarin ove un bambino si dava un nome secondo il personale lámatyávë (q.v.) (MR:214, 471)
          Estë "Riposo" (WJ:403), usato solamente come nome di una Valië (WJ:404)
          estel "fiducia, speranza" (WJ:318, MR:320)
          et "fuori" (+ ablativo: "fuori da"); ettuler *"stanno venendo fuori" (ettul- = et + tul-). (SD:290; leggi probabilmente *ettulir o il continuativo *ettúlar in Quenya maturo)
          Etyangoldi ("Etyañgoldi") "Noldor Esiliati" (WJ:374). Sg. probabilmente *Etyangol (*Etyangold-).
          ezel, ezella "verde" (solamente in Quenya Vanyarin). Adottato ed adattato dal Valarin. (WJ:399)
          Ezellohar "il Tumulo Verde" ove crebbero i Due Alberi; adottato ed adattato dal Valarin; anche tradotto come Coron Oiolairë, Corollairë (WJ:401)
          faila "equanime, giusto, generoso" (PM:352)
          fairë (pl. fairi in Markirya) "fantasma, spirito incorporeo, quando visto come una tenue figura"; anche usato = "spirito (in generale)" (MR:349)
          falassë "riva, linea del frangente" (SA:falas)
          falasta- "spumeggiare", participio falastala "spumeggiante, rigonfio" in Markirya
          Falastur nome masc., *"Signore delle Rive" (Appendice A)
          falma "onda (crestata/spumeggiante)"; partitivo pl. allativo falmalinnar "sulle onde spumeggianti" in Namárië (Nam, RGEO:67). In Falmari, un nome dei Teleri, e Mar-nu-Falmar, "Patria/Terra sotto le Onde", un nome di Númenor dopo la Caduta. (SA:falas) Falmari "popolo delle onde", un nome dei Teleri (PM:386)
          fana i "veli" o "indumenti" nei quali i Valar presentarono se stessi ad occhi corporei, i corpi nei quali essi si erano auto-incarnati, usualmente nella forma dei corpi di Elfi (ed Uomini) (RGEO:74)
          fána, fánë "bianco" (Markirya)
          fanya "nuvola (bianca)" (FS); pl. fanyar in Namárië (Nam, RGEO:67)
          fanyarë "i cieli" (non paradiso o firmamento - quelli sovrastanti aria e nuvole). Notare che malgrado la sua glossa inglese, fanyarë è un termine singolare e pertanto prende un aggettivo/participio singolare, come in fanyarë rúcina "cieli in rovina" in Markirya (vedere MC:220, nota 8 per tale traduzione)
          fárëa "abbastanza"; ufárëa "non abbastanza" (FS)
          farnë "domicilio", in orofarnë
          Fayanáro forma arcaica di Fëanáro (PM:343)
          fëa "spirito" (pl. fëar attestato, MR:363). Gli Incarnati sono detti vivere per mezzo della necessaria unione di hroa (corpo) e fëa (WJ:405). In Fëanor (ibrido Quenya-Sindarin per il puro Quenya Fëanáro "Spirito di Fuoco"), Fëantúri "Signori di Spiriti", nome di Mandos e Lórien (SA)
          Fëanáro "Spirito di Fuoco", Fëanor (SA:nár)
          Fëanturi "Signori di Spiriti", nome dei due Valar Mandos e Lórien (SA:tur)
          fifíru- è evidentemente la forma frequentativa (vedere sisíla-) di fir-; secondo MC:223 significa "spegnersi lentamente"; participio fifírula in Markirya (tradotto "sbiadire")
          finda "che ha capelli, di capelli" (PM:340)
          Findaráto *"Campione dai Capelli", Sindarized as Finrod (SA:ar(a) )
          findë "capelli" (specialmente del capo) (PM:340), "una treccia o ciocca di capelli" (PM:345)
          Findecáno ("-káno") *"Comandante dai Capelli"; Sindarizzato come Fingon (PM:344)
          findessë "una capigliatura, i capelli di una persona come un intero" (PM:345)
          finë "un capello" (PM:340)
          Finwë nome masc., che apparentemente espone la frequente desinenza - suffissa ad una radice normalmente avente a che fare coi capelli, ma il nome è oscuro (vedere la discussione di Tolkien in PM:340-341)
          fir- "morire, svanire"; cfe. fifíru-; fírë "scadere"; perfetto privo di aumento fírië, tradotto "ella ha sussurrato con forza" (ma nessun esplicito elemento indicante "ella" sembra essere presente) (MR:250, 470)
          Fíriel "Colei che sospirò" o "Colei che morì", tardo nome di Míriel (MR:250)
          Fírima pl. Fírimar "coloro che sono proclivi a morire", "mortali", un nome Elfico degli Uomini Mortali (WJ:387)
          fírimoin "per uomini", un dativo pl. di Fírimor, "mortali, Uomini", occorrente in Canto di Fíriel. Tolkien successivamenteo modificò Fírimor in Fírimar, così il dativo dovrebbe probabilmente essere *fírimain in Quenya maturo.
          Firya pl. Firyar "Mortali", un nome Elfico degli Uomini Mortali (WJ:387)
          Formen "nord" (SA:men), anche nome della tengwa 10 (Appendice E). In Formenos "Fortezza Settentrionale" (SA:formen)
          Forostar le "Terre del Nord" di Númenor (UT:165)
          Fuinur (erroneamente stampato "Fuinar" nell'Indice del Silmarillion) nome masc., evidentemente derivato da fuinë "ombra" (Silm; cfr. la radice PHUY nelle Etimologie)
          hácala ("hákala") "spalancarsi" [letteralmente "spalancantesi", N.d.T.], un participio ricorrente nel poema Markirya, derivato da un (altrimenti inattestato) verbo *háca- "yawn".
          haiya "lungi" (SD:247)
          halla "alto" (Appendice E, nota a pié pagina)
          hantalë "ringraziamento", isolato da Eruhantalë (UT:166)
          *har- o hára- "sedere", pl. hárar nel Giuramento di Cirion (i hárar "coloro che siedono, coloro che stanno sedendo")
          haranyë ultimo anno di un secolo nel calendario Númenóreano (Appendice D)
          harma "tesoro", anche nome della tengwa 11, più tardi chiamata aha (Appendice E)
          heca! ("heka!") "sparisci! fatti da parte!", anche con suffissi pronominali hecat sg. ed hecal pl. (WJ:364)
          Hecel ("Hekel") (pl. Heceldi, WJ:371) = hecil, ma riformato ad uguagliare Oarel, specialmente applicato agli Eldar lasciati nel Beleriand. Helcelmar ed Heceldamar *"Terra degli Elfi Abbandonati", il nome usato dai maestri di tradizione di Aman per il Beleriand. (WJ:365)
          hecil ("hekil") (masc. hecilo, fem. hecilë) "uno perso o abbandonato dagli amici, trovatello, reietto, fuorilegge" (WJ:365)
          hehta- (pa.t. hehtanë) "accantonare, trascurare, escludere, abbandonare, lasciare"
          helca ("helka") "glaciale, ghiacciato". In Helcar, il Mare Interno nel nord-est della Terra di Mezzo, e Helcaraxë, il Ghiaccio Stridente tra Araman e la Terra di Mezzo (SA)
          hequa "lasciando da parte, non countando, escludendo, eccetto" (WJ:365)
          heren "ordine"; Heren Istarion "Ordine degli Stregoni" (UT:388)
          Herendil *"Amico della Fortuna" = Eadwine, Audoin (LR:52, 56, cfr. le Etimologie, radice KHER-)
          heru (hér-) "signore" (PM:210); le Lettere:283 gives hér (heru). In nomi come Herumor *"Nero Signore" e Herunúmen "Signore dell'Ovest" (SA:heru); heruion evidentemente un gen.pl. di heru "signore": *"dei signori" (SD:290); herunúmen "Signore-dell'-Ovest" (LR:47), titolo di Manwë
          hérincë ("hérinkë") *"piccola dama" (UT:195). Riguardo alla desinenza diminutiva, cfr. Atarincë, cirinci.
          Hildor "i Successivi", un nome Elfico degli Uomini Mortali come i Secondogeniti di Ilúvatar (WJ:387); hildin "per uomini" (Hildor, i Successivi), un dativo pl. ricorrente nel Canto di Fíriel. Cfr. hildinyar "miei eredi", evidentemente *hildë, hildo "successore, erede" + -inya "mio" + -r desinenza plurale (EO) Hildórien la terra ove gli Uomini si destarono per la prima volta, come fecero gli Elfi in Cuiviénen (Silm)
          hína "bambino", anche hina usato nel vocativo per un (giovane) ragazzo (anche hinya "mio bambino" per hinanya) (WJ:403). Pl. híni (sorprendentemente non **hínar) in Híni Ilúvataro "Figli di Ilúvatar" (Indice del Silmarillion). In composti -hin pl. -híni (come in Eruhíni, "Figli di Eru", SA:híni)
          hir- "trovare", futuro hiruva in Namárië (hiruvalyë "tu troverai") (Nam, RGEO:67); Hirilondë "Scopritore di Porti", nome di una nave (UT:192)
          hísië "bruma" (Nam, SA:hîth)
          Hísilómë "Hithlum" (SA:hîth)
          Hísimë undicesimo mese dell'anno, "Novembre" (Appendice D, SA:hîth)
          hlapu- "irrompere; volare o scorrere nel vento", participio hlápula "che irrompe" in Markirya
          hlar- "udire", futuro hlaruva "udrà" in Markirya
          hlókë "serpe, serpente", tardo lókë (SA:lok-)
          hloni "suoni" (sg. *hlonë?) (WJ:394)
          hloníti tengwi "segni fonetici" (così *hlonítë = "fonetico") (WJ:395)
          - prefisso verbale; "via, da, fra", il punto di vista essendo esterno all'oggetto, luogo, o gruppo in considerazione (WJ:368)
          hóciri "tagliare via" (taglio di una porzione richiesta, così da averne o usare) (WJ:365, 368)
          hon-maren "cuore della casa", un fuocoe (LR:63, 73; questo è "Qenya" con genitivo in -en, non -o come in Quenya maturo)
          hondo-ninya "mio cuore", modificato in indo-ninya (FS, primeva versione)
          hosta "radunare, raccogliere , riunire" (Markirya); hostainiéva "sarà radunato", futuro del verbo stativo *hostainië, derivato da *hostaina "radunato", participio passato di hosta- "radunare". Tali verbi stativi probabilmente non sono validi in Quenya maturo; vedere -. (FS)
          Hravani "i Selvaggi" (sg. *hravan), nome di Uomini non Edain (WJ:219)
          hrávë "carne" (MR:349)
          hresta "riva, spiaggia", ablativo hrestallo *"da(lla) riva" in Markirya
          hrívë "inverno", nel calendario di Imladris un periodo precisamente definito di 72 giorni, ma anche usato senza alcuna esatta definizione (Appendice D)
          hroa (talvolta "hröa") "corpo" (modificato da Tolkien da hrondo, a sua volta modificato da hrón). Il pl. hroar è attestato (MR:304). In MR:330, Tolkien nota che hroa è "approssimativamente ma non esattamente equivalente a 'corpo' " (come opposto ad "anima"). Gli Incarnati vivono per mezzo della necessaria unione di hroa (corpo) e fëa (spirito) (WJ:405).
          hróta "abitazione sotterranea, caverna artificiale o aula sbozzata nella roccia" (PM:365)
          huinë "buio, oscurità" (SA:fuin), anche usato per "ombra" = Sauron (LR:56). Con il prefisso nu- "sotto" e desinenza allativa -nna in nuhuinenna (SD:246); anche unuhuinë "sotto-ombra" (LR:47).
          hwermë "codice gestuale" (WJ:395)
          hwesta "brezza", anche nome della tengwa 12 (Appendice E); hwesta sindarinwa "hw Grigio-elfica", nome della tengwa 34 (Appendice E)
          hyarmen, Hyarmen "sud" (SA, SA:men), anche nome della tengwa 33 (Appendice E). In Hyarmendacil nome masc., "Vincitore del Sud" (Appendice A), apparentemente anche in Hyarmentir (nome di un monte; l'elemento -tir indica "[punto di] osservazione".) (SA) Hyarnustar "Terre Sudoccidentali" di Númenor; Hyarrostar le "Terre Sudorientali" (UT:165)
          hyóla "tromba" (SD:419)
          i "the", articolo determinativo indeclinabile (Nam, RGEO:67, Markirya, WJ:369, WJ:398; direttamente prefisso i- in i-mar [FS] e i-Ciryamo [UT:8], senza trattino in icilyanna = i cilyanna in SD:247). Anche pronome relativo: i "quello/quelli che" (sia l'articolo che il relativo pronome nel Giuramento di Cirion: i Eru i or ilyë mahalmar ëa: l'Uno che è [...] al dispora di tutti i troni", i hárar "coloro che siedono"). Prima di un verbo, i indica "quello(i) che, quello che, coloro che": i carir quettar ómainen "coloro che formano parole con le voci" (WJ:391).
          - (1) desinenza infinita (o gerundia), attestata in enyalië, q.v. (CO)
          - (2) "è", -ier "sono", suffisso di verbo stativo ricorrente nel Canto di Fíriel: númessier "essi stanno all'occidente", meldielto "essi sono... amati", talantië "egli è caduto", márië "ciò è bene" (< *númessë "all'occidente", melda "amato", *talanta "caduto"); futuro -iéva in hostainiéva "saranno radunati" (< *hostaina "radunato"). Confrontare ye "è", yéva "sarà", verbi che occorrono anche nel Canto di Fíriel. Tale suffisso probabilmente non è valido in Quenya maturo: - è una desinenza infinita o gerundia nel Giuramento di Cirion, per ye "è" troviamo qui , e la frase "perso è" è vanwa ná, non *vanwië.
          ilca- "baluginare (bianco)", participio ilcala con desinenza allativa pl. ilcalannar ("ilkalannar") in Markirya (axor ilcalannar "su ossa scintillanti")
          Illuin nome di una delle Lampade dei Valar; apparentemente incorpora l'elemento luin "azzurro" (Silm)
          ilm- radice che appare in Ilmen, la regione sopra l'atmosfera ove sono le stelle, Ilmarë, nome di un Maia, ed Ilmarin "magione delle alte sfere", la residenza di Manwë e Varda sopra Oiolossë (SA)
          ilqua ("ilqa") "tutto" (FS)
          Ilquainen ("ilqainen") un termine ricorrente nel Canto di Fíriel, tradotto "a tutti". Dovrebbe apparire come ilqua "tutto" con una desinenza dativa pl., ma in Quenya maturo -inen è la desinenza per lo strumentale pl. (FS)
          ilquen "ognuno" (WJ:372)
          Ilu "(il) mondo" (FS, LR:47, 56)
          Ilúvatar "Padre di Tutto", Dio (FS); Ilúvatáren "di Ilúvatar"; nel "Qenya" del Canto di Fíriel, LR:47 e SD:246, la desinenza genitiva è -en invece di -o come in Quenya maturo. Contrasta col genitivo Ilúvataro nella frase Híni Ilúvataro "Figli di Ilúvatar" nell'Indice del Silmarillion.
          ilúvë "totalità, il tutto". In Ilúvatar "Padre di tutto". (SA; WJ:402, MR:471)
          ilya "tutto" (LR:47, 56; SD:310), ilyë prima di un sostantivo plurale, "tutto" essendo inflesso come un aggettivo (Nam, RGEO:67): ilyë tier "ogni sentiero" (Namárië), ilyë mahalmar "tutti i troni" (Giuramento di Cirion)
          -ima suffisso aggettivale. Talvolta esso è usato a derivare semplici aggettivi, come vanima "attraente" o calima "brillante"; può anche prendere il significato "-abile", come in úquétima "inenarrabile" (da quet- "parlare"; notare che la radice vocalica è allungata nei derivativi cone -ima indica "-abile"). "X-ima" può significate0 "atto a X", come in Fírimar "mortali", letteralmente "quelli atti a morire" (WJ:387)
          Imbar "l'Abitazione, = Terra," anche "la parte principale di Arda" (= il Sistema Solare) (MR:337, anche WJ:419 note 29)
          imbë "tra" (Nam, RGEO:67)
          ímen un vocabolo ricorrente nel Canto di Fíriel, tradotto "in essi" (ar ilqua ímen "e tutto [ciò che è] in essi"). Probabilmente non è valido in Quenya maturo.
          in una strana particella ricorrente nella frase i-coimas in-Eldaron "il coimas [lembas] degli Eldar" in PM:403. Ha l'aspetto dell'articolo plurale Sindarin, ma in Quenya i è sia sg. che pl. "il, i", ed il termine Eldar normalmente non prende affatto alcun articolo. La lezione alternativa i-coimas Eldaron (PM:395) è probabilmente da preferire.
          -in desinenza dativa pl., vista in eldain, fírimoin, q.v.
          indil "giglio", o altri grandi fiori singoli. Adottato ed adattato dal Valarin. (WJ:399)
          indis "moglie" (UT:8)
          indo "cuore"; indo-ninya un termine ricorrente nel Canto di Fíriel, tradotto "mio cuore". Leggi *indonya in Quenya maturo?
          -inen desinenza strumentale pl. In ómainen (WJ:391)
          inga "sommità, punto più alto" (PM:340)
          ingaran "alto-re" (PM:340)
          Ingolë "Scienza/Filosofia" come un tutto (PM:360; WJ:383 ha ingolë ["iñgole"] "tradizione")
          ingólemo "che ha conoscenza assai vasta, uno 'stregone' ", applicato soltanto ai grandi sagdi fra gli Eldar in Valinor, come Rúmil (PM:360)
          ingolmo "maestro di tradizione" (WJ:383)
          ingor "vetta di una montagna" (PM:340)
          Ingwë nome masc., "capo". (PM:340). Pl. Ingwer "Capitani", come i Vanyar denominavano se stessi. Ingwë Ingweron "capo dei capitani", titolo proprio di Ingwë come re supremo (PM:340)
          -inqua desinenza aggettivale, vista in alcarinqua "glorioso" (WJ:412) da alcar "gloria". Etimologicamente, -inqua indica "colmo di", come "colmo di gloria" in tal caso.
          inwisti "indole-animo" (modificato da Tolkien da inwaldi) (MR:216, 471)
          -ion desinenza genitiva pl. in elenion, Istarion, Silmarillion.
          írë "quando" (relativo, non parola interrogativa) (FS)
          írima "leggiadro, bello", anche pl. írimar; nel "Qenya" del Canto di Fíriel, aggettivi in -a formano i loro plurali in -ar invece di -ë come in Quenya maturo.
          Írissë nome fem. (PM:345)
          Irmo "Desideroso", nome di un Vala; normalmente chiamato Lórien, propriamente il luogo ov'egli dimora (WJ:402)
          Isil "luna" (FS; SA:sil, Appendice E, SD:302); Isildur (nome masc., *"Servitore della Luna") (SA:sil, Appendice A); isilmë "luce lunare", ricorrente in Markirya; libera traduzione "la luna" in MC:215 (isilmë ilcalassë, lett. "chiarore lunare-in" = "nel bagliore lunare"); Isilya terzo giorno dell settimana Eldarin di sei giorni, dedicato alla Luna (Appendice D)
          -issë una desinenza femminile, come in Írissë (PM:345)
          Istar pl. Istari "Stregone"; Heren Istarion "Ordine degli Stregoni" (UT:388)
          ita- "scintilla" (SA:ril, PM:363)
          íta "un lampo" (PM:363)
          itila "sfavillio, luccichio"
          Itaril, Itarillë, Itarildë nome fem., Sindarizzato come Idril (PM:346, 348; SA:ril)
          -iva (-ivë) desinenza possessiva plurale in Eldaiva, Eldaivë (WJ:369)
          kelvar (sg. *kelva) "animali, creature viventi che si muovono" (Silm)
          kemen "terra", riferentesi alla terra come ad una distesa piana al di sotto di menel, i cieli (SA). Kementári "Regina della Terra", titolo di Yavanna. (SA:tar)
          kyermë *"preghiera", isolato da Erukyermë (UT:166)
          -l affisso pronominale ridotto della 2. person, "voi" (pl.). Vedere heca! (WJ:364)
          laica "verde" (ma tutte le altre fonti danno laiqua) (Lettere:283)
          Laiquendi "Elfi Verdi", non molto usato (tradotto dal Sindarin Laegil, Laegelrim) (WJ:385, SA:quen-/quet-)
          lairë "estate" (Lettere:283), nel calendario di Imladris un precisamente definito periodo di 72 giorni, ma anche usato senza alcuna esatta definizione (Appendice D) Oiolairë "Semprestate"; vedere Coron Oiolairë. Lairelossë *"Bianca-neve-estiva", nome di un albero (UT:167), forse con fiori bianchi.
          laita "benedizione, lode": a laita, laita te! Andavë laituvalmet! ... Cormacolindor, a laita tárienna "benediteli, benediteli! A lungo li benediremo! ... [I] Portatori dell'Anello, onorate[li] con grandi onori!" (lait[a]-uva-lme-t "benedire-dovremo-noi-essi) (SdA3:VI cap. 4, tradotto nelle Lettere:308) Sostantivo verbale laitalë "lode", isolato da Erulaitalë (UT:166, 436)
          lala- "ridere" (PM:359 - questo rende obsoleto lala- "negare" nelle Etimologie, radice LA?)
          Lalwendë (anche corto Lalwen) "Fanciulla Ridente", nome fem. (PM:343)
          laman (pl. lamni o lamani) "animale" (usualmente applicato a bestie quadrupedi, e mai a rettili ed uccelli) (WJ:416)
          lámatyávë (pl. lámatyáver attestato) "suono-gusto" (láma + tyávë), piacere individuale per i suoni e le forme delle parole (MR:215, 471)
          lamba "lingua" (lingua fisica, mentre lambë = "linguaggio") (WJ:394)
          lambë "lingua, linguaggio" (l'usuale vocabolo per 'linguaggio' in uso non tecnico) (WJ:368, 394), anche nome della tengwa 27 (Appendice E); Lambë Valarinwa "lingua Valarin" (WJ:397); Lambengolmor "Maestri delle Lingue", una scuola fondata da Fëanor (WJ:396)
          lanta- "cadere", lantar presente pl. (Nam, RGEO:66); lantaner "cadute" (pl.) (SD:246); lantier "essi caddero", un passato plurale di lanta- "cadere" occorrente in LR:47; leggi lantaner in Quenya maturo, come in SD:246. Anche sg. lantië "cadde" (LR:56); leggi *lantanë? Participio lantala "cadente" (con desinenza locativa: lantalassë) in Markirya. Sostantivo lantë "caduta" in Noldolantë, q.v.
          lár "lega", una misura lineare, 5000 rangar (q.v.). Un ranga era approssimativamente 38 pollici, così una lár era di "5277 iarde, due piedi e quattro pollici [ca. 4826 m], supponendo che l'equivalenza sia esatta" - abbastanza prossima alla nostra lega da 5280 iarde da giustificare tale traduzione. il significato di base si lár è "pausa"; in marcia un breve alt era osservato per ogni lega. (UT:285)
          lassë "foglia", pl. lassi (Nam, RGEO:66, Lettere:283); gen. lassëo "di una foglia", gen. pl. lassion "delle foglie" (primevo lassio) (WJ:407); lasselanta, lasse-lanta "foglie cadenti", usato (come quellë) per la seconda parte dell'autunno e l'inizio dell'inverno (Appendice D, Lettere:428); perciò Lasselanta nome alternativo di Ottobre (PM:135). Cfr. anche lassemista "foglia-bigia" (SdA2:III cap. 4, tradotto nelle Lettere:224), lassewinta una variante di lasselanta (PM:376). Vedere anche lillassëa.
          laurë "oro", ma della luce e del colore dorato, non del metallo. In Laurelin, nome dell'Albero d'Oro di Valinor. (SA, Lettere:308), Laurenandë "Valle d'Oro" = Lórien (UT:253) e laurinquë nome di un albero, con ogni possibilità "il Colmo d'Oro" (UT:168). Aggettivo derivato laurëa "dorato, come oro", pl. laurië (Nam, RGEO:66).
          Laurelindórinan "Valle dell'Oro Cantante", un primevo nome di Laurenandë (Lórien) (UT:253); laurelindórenan lindelorendor malinornélion ornemalin *"luce dorata-musica-terra-vallata musica-sogno-terra di gialli-alberi albero-giallo", elementi Quenya agglutinati alla maniera Entesca; ciò apparentemente significa qualcosa come "la valle dove gli alberi in una luce dorata cantano armoniosamente, una terra di musica e sogni; là vi sono alberi gialli, è una terra d'alberi gialli" (SdA2:III cap.4, tradotto nelle Lettere:308).
          lav- "leccare", pa. lávë in undulávë, vedere undu (Nam)
          lavaralda (modificato da lavarin) qualche sorta d'albero (alda) (LR:57)
          -lda "tuo" (sg.), suffisso possessivo attestato solamente nella frase Arwen vanimalda "Arwen tua beltà", sc. "O bellissima Arwen", ed in meletyalda "tua maestà" (WJ:369) Arwen vanimalda fu modificato in Arwen vanimelda nella seconda edizione di SdA, così Tolkien può aver deciso di reinterpretare la frase come *"Arwen, bellissimo Elfo (Elda)". La desinenza per "tuo" appare come -lya altrove; -lda può essere usato solamente nei vocativi. (SdA1:II cap. 6)
          lelya "andare, procedere (in qualche direzione), viaggiare", pa. lendë (WJ:362)
          lendë "andato" (pa. di lelya- "andare") (FS, LR:47, SD:310, WJ:362)
          lenémë "con permesso" (+ gen: "con permesso di") (SD:246)
          Lenwë il condottiero dei Nandor (Nandorin Denweg, primitivo *Denwego) (WJ:412)
          lestanen "in giusta misura", un termine ricorrente nel Canto di Fíriel, apparentemente la forma strumentale di un sostantivo *lesta "misura", non altrimenti attestato.
          Lestanórë "Doriath", gen. Lestanórëo (WJ:369)
          leuca "serpe" (Appendice E)
          -li desinenza partitiva pl.; genitivo -lion in vanimálion, allativo -linnar in falmalinnar, q.v.
          líco ("líko") "cera" (commenti su Markirya, MC:223)
          lícuma ("líkuma") "stoppino, candela"
          lië "popolo" in Eldalië (q.v.); possessivo liéva in Mindon Eldaliéva (q.v.)
          lillassëa "avente molte foglie", pl. lillassië in Markirya (ve tauri lillassië, lett. *"come foreste frondose", è tradotto "come il fogliame nei boschi" in MC:215)
          lin, lind- "un suono musicale" (Lettere:308)
          Lindar "i Cantori", come i Teleri denominavano se stessi (WJ:380, MR:349, UT:253)
          lindë "il cantare, canto" (SA:gond); lindelorendor "musica-sogno-terra"; vedere laurelindórenan lindelorendor... (SdA2:III cap. 4, cfr. Letterr:308)
          Lindi Come gli Elfi Verdi chiamavano se stessi; anche usato in Quenya Esule (WJ:385)
          Lindon, Lindónë "Lindon", nome di luogo (WJ:385)
          Lindórië nome fem., forse *"Colei che ascende in bellezza" (comparare Melkor "Colui che si leva in Possanza") (Silm)
          -linnar vedere -li
          *linta "rapido", pl. lintë (Nam, RGEO:66)
          -lion vedere -li
          lírë "canto", strumentale lírinen "nel canto" o *"da[l] canto" (Nam, RGEO:67)
          lirulin "allodola" (MR:238, 262), modificato da aimenel, aimenal
          lissë "dolce" (Nam, RGEO:66)
          -llo desinenza ablativa, "da" o "fuori da", e.g. sindanóriello "fuori dalla grigia campagna", Rómello "dall'Oriente", Mardello *"dalla Terra" (FS)
          *-lma desinenza pronominale "nostro", attestata (con la desinenza genitiva -o che spiazza la finale -a) nel vocabolo omentielmo "del nostro incontro". Tale "nostro" è plurale inclusivo. Frodo (sembra) lo usò impropriamente nel saluto "una stella brilla sull'ora del nostro incontro": dacché lui e l'Elfo cui stava parlando costituivano soltanto due persone, egli dovrebbe aver adoperato invece l'inclusivo duale. La forma corretta omentielvo occorre in alcuni dei manoscritti del Libro Rosso. Vedere le Lettere:447.
          -lmë desinenza pronominale per il "noi" inclusivo, sc. "noi" che include la persona con cui si sta parlando. Esemplificato in laituvalmet "li benediremo" (lait-uva-lme-t "benedire-dovremo-noi-essi") (SdA3:VI cap. 4, tradotto nelle Lettere:308)
          loa letteralmente "crescita", usato per un anno solare (= coranar) quando i cambiamenti stagionali sono considerati (Appendice D; in PM:126 loa è tradotto "tempo di crescita". Pl. loar, o "löar", in MR:426)
          loc- ("lok-") "svolta, circolo". (Può essere una primitiva radice piuttosto che Quenya.) (SA)
          loëndë *"mezzo anno", il giorno centrale (183esimo) dell'anno, inserito tra i mesi di Nárië e Cermië (Giugno e Luglio) nel calendario Númenóreano e nel Computo del Sovrintendente (Appendice D)
          loico "cadavere, corpo morto"; loicolícuma "candela da morto" in Markirya
          lókë "serpe, serpente", antico hlókë (SA:lok-)
          lómë "tramonto". In Lómion "Figlio del Crepuscolo [tramonto]", il nome Quenya che Aredhel diece segretamente a Maeglin (SA). Altrimenti lómë è usualmente definito come "notte" (Lettere:308, LR:41, SD:302, SA:dú), cfr. lómelindë pl. lómelindi "usignolo" (SA:dú, LR:41; SD:302, MR:172). Aggettivo derivato *lómëa "tetro" in Lómëanor "Terra Tetra"; vedere Taurelilómëa-tumbalemorna...
          londë "rifugio interno". In Alqualondë "Porto dei Cigni". (SA)
          lor "sogno" (Lettere:308; probabilmente solo un "elemento" Elfico piuttosto che un vocabolo completo)
          Lórellin nome del lago dove la Valië Estë riposa; apparentemente significa *"Lago di Sogno" (Silm)
          Lórien (da lor-) nome di un Vala, propriamente il luogo ov'egli dimora, mentre il suo vero nome è Irmo (WJ:402)
          lossë "neve, bianco-neve" (SA:los)
          lótë "fiore". Nei nomi Ninquelóte *"Bianco-fiore" (= Nimloth), Vingilótë "Fiore di Schiuma", il nome della nave di Eärendil(SA:loth), anche in Lótessë quinto mese dell'anno, "Maggio" (Appendice D)
          -lto "essi", suffisso pronominale ricorrente nel Canto di Fíriel (meldielto "essi sono amati" e cárielto "essi crearono"), anche in LT1:114: tulielto "essi sono giunti". Probabilmente non valido in Quenya maturo (rimpiazzato da -ntë?)
          luin "azzurro", pl. luini (Nam, RGEO:66). In Helluin, nome dell stella Sirio, e Luinil, nome di un'altra stella (o pianeta) risplendente di blu. (SA; Luinil è interlocutoriamente identificato con Nettuno, MR:435)
          Lumbar nome di una stella (o pianeta), interlocutoriamente identificato con Saturno (MR:435), evidentemente connesso con lumbo, lumbulë (Silm)
          lumbo "nube", pl. lumbor in Markirya
          lumbulë "ombra (opprimente)" (Nam, RGEO:67)
          lúmë (1) "oscurità" (ci si domanda se Tolkien confuse lúmë "tempo, ora" e lómë "notte") (Markirya)
          lúmë (2) "ora", allativo lúmenna "sull'ora", eliso lúmenn' nel saluto elen síla lúmenn' omentielvo in quanto la parola seguente inizia con una vocale simile. La forma completa lúmenna omentielvo si trova in WJ:367 e Lettere:424.
          lumna "è pesante", un verbo stativo (LR:47, SD:310; cfr. lumna- "mentire pesantemente" nelle Etimologie, radice DUB-)
          lúva "arco" (Appendice E)
          *-lva desinenza pronominale, "nostro", di due persone dove una si rivolge all'altra (Lettere:447). Solamente attestato nel genitivo -lvo nel vocabolo omentielvo (vedere -lma). Per tale ragione si è argomentato che la desinenza potesse effettivamente essere *-lwa, dacché vi è qualche evidenza che wo dovrebbe modificarsi in vo in Quenya e la w di *-lwa potrebbe essere derivata dall desinenza duale -u. (FG)
          -lya suffisso pronominale "tuo" in tielyanna "sul tuo cammino" (UT:22 cfr. 51)
          -lyë desinenza della 2. persona sg.: "tu" [solenne, N.d.T.], hiruvalyë "tu troverai" (Nam, RGEO:67)
          "mano", duale *mát "un paio di mani" attestato con un suffisso pronominale: máryat "il suo [sia "di lui" che "di lei", N.d.T.] (paio di) mani" (vedere -rya, -t) (Nam, RGEO:67), pl. allativo mannar "nelle mani" (FS). Cfr. -maitë "che ha mani come di".
          Macalaurë ("Makalaurë"), nome masc., il nome materno (mai usato nella narrazione) di Canafinwë = Maglor (PM:353); il suo nome Sindarin è visto come basato sul suo nome materno.
          macar "spadaccino", in Menelmacar (vedere menel)
          mahalma "trono", nominativo pl. mahalmar "troni" e locativo pl. mahalmassen nel Giuramento di Cirion. Adottato ed adattato dal Valarin. (WJ:399)
          Máhan (pl. Máhani attestato in WJ:402), uno degli otto principali Valar (adottato ed adattato dal Valarin, ma usualmente tradotto come Aratar) Máhanaxar l'"Anello della Sorte" di Aman; adottato ed adattato dal Valarin. (WJ:399)
          Maia pl. Maiar "il Bello" (MR:49), i minori (= non-Vala) Ainur che entrarono in Eä. Variante Máyar in PM:363, 364 (è questa da intendersi come una forma più antica?)
          maica ("maika") "aguzzo, perforante" (SA:maeg)
          -maitë "con mani" in Angamaitë, morimaitë, Telemmaitë, q.v.
          Maitimo "il ben formato", nome materno (mai usato nella narrazione) di Nelyafinwë = Maedhros (PM:353)
          maiwë "gabbiano", pl. maiwi in Markirya
          malina "giallo" (Lettere:308); Malinalda *"Albero Giallo", un nome di Laurelin (SA:mal-; evidentemente malina + alda). La traduzione "Albero d'Oro" nell'Indice del Silmarillion è libera; malina significa "giallo", non "(d')oro". Cfr. malinornélion "di alberi gialli"; vedere laurelindórenan lindelorendor... (SdA2:III cap. 4; cfr. Lettere:308). Malinornélion è partitivo pl. genitivo di malinornë "mallorn" (UT:167, pl. normale malinorni, UT:168).
          mallë pl. maller "via" (LR:47, 56; SD:310)
          malta "oro", anche nome della tengwa 18 (Appendice E)
          máma "pecora" (WJ:395)
          mamil "madre" (UT:191)
          man "chi" (Nam, RGEO:67, FS, LR:59, Markirya) cfr. PM:357 nota 18, ove si fa un riferimento all'elemento interrogativo Eldarin ma, man). Comunque, man è tradotto "che cosa" in LR:59. O Tolkien posteriormente aggiustò il significato del termine, o ess ricopre sia "chi" che "cosa".
          Man-ië? "Chi è?" (LR:59; il suffisso del verbo stativo - è a stento valido in Quenya maturo)
          mána "benedetto" (FS)
          mana un vocabolo tradotto "cos'è" nella frase mana i-coimas Eldaron[?] "cos'è il coimas (lembas) degli Eldar?" (PM:395, una lezione variante in PM:402) O esso è *ma "cosa" + "è", o mana in sé può essere un termine unitario "cosa", e non vi è realmente alcun vocabolo indicante "è" nella frase.
          mando "custodia, posto sicuro" (MR:350) o "prigionia, coercizione" (in Mandos) (SA:band)
          Mandos (Mandost-) "Castello dell Custodia" (il significato approssimativo, secondo MR:350) Usato come il nome di un Vala, propriamente il luogo ov'egli dimora (le Aule di Mandos), mentre il suo vero nome è Námo (WJ:402)
          manen "come" (PM:395)
          mannar "nelle mani", allativo pl. di . (FS)
          Manwë "Essere Beato" (Lettere:283), adottato dal Valarin Mânawenûz; i nomi terminanti in - erano già frequenti in Quenya (WJ:399). Cfr. Mánwen, Mánwë le più antiche forme Quenya di Manwë, più prossime alla forma Valarin (WJ:399). In minuscolo manwë in LR:56.
          maquet- *"chiedere", solamente attestato al passato: maquentë (PM:403)
          mar "terra", ablativo Mardello "dalla terra" (FS). Può essere più o meno identico a már "alloggio, abitazione" (di persone o popoli; in nomi come Val(i)mar, Vinyamar, Mar-nu-Falmar, Mardil) (SA:bar)
          mar- "perdurare, essere stabile o fissato" (UT:317); maruvan "Io resisterò" (mar-uva-n "resistere-desinenza futura-io") (EO)
          *mardë "aula"; soltanto il pl. mardi è attestato (Nam, RGEO:66)
          Mar-nu-Falmar "Casa sotto le Onde", name of the sunken Númenor (Silm)
          Mardil nome masc., "(uno) devoto alla casa", sc. dei re (Appendice A; interpretato nelle Lettere:386)
          márië "ciò è bene" (FS; da mára "buono"; il suffisso del verbo stativo - è a stento valido in Quenya maturo)
          massánië "dispensatrice di pane", usato come un titolo della più grande donna fra il popolo Elfico, dacché possedeva la responsabilità ed il dono del coimas (lembas). Anche semplicemente tradotto "Dama" (PM:404)
          masta "pane" (PM:404)
          *mbelekôro è menzionata come "la più antica forma Q" di Melkor; questa è ovviamente una forma che appartiene all'Eldarin Comune piuttosto che al Quenya come lo conosciamo; notare che essa è asteriscata come inattestata (WJ:402)
          me "ci"; mel-lumna "ci-è-gravoso", sc. *"è gravoso per noi" (LR:47, mel- è evidentemente una forma assimilata di *men "per noi", dativo di me); duale met "a noi (due)"
          melánë "io amo", un termine dubbio in Quenya maturo; leggi forse *mélanyë (LR:70)
          Melcor (così compitato in MR:362) vedere Melkor
          meldielto "essi sono amati" (sc. meld[a]--lto "amati-sono-essi" - sia la desinenza del verbo stativo - "è/sono" che la desinenza -lto "essi" possono essere obsolete in Quenya maturo) (FS)
          meletyalda "tua possanza" = "tua maestà" (vedere -lda; meletya = *"possanza"). In toto Aran Meletyalda "sire tua possanza" (WJ:369)
          Melko "Il Possente", nome del ribelli Vala, usualmente chiamato Melkor (FS; MR:350 conferma che la forma Melko è ancora valida in Quenya maturo)
          Melkor (compitato Melcor in MR:362), il ribelle Vala, il diavolo dei miti del Silmarillion. Forma più antica Melkórë "che si leva in Potenza" (perciò l'interpretazione "Colui che si leva in Possanza"). Forma arcaica *mbelekôro (WJ:402). Melkorohíni "Creature di Melkor", Orchi ("ma i più saggi dicono: anzi, gli schiavi di Melkor; ma non sue creature, ché Melkor non aveva progenie") (MR:416)
          men (1) "via" (SA)
          men (2) "chi", evidentemente un travisamento o errata trascrizione per man (MC:221, in Markirya)
          ménë "su di noi" (SD:310)
          Menel "cieli" (Markirya, SA), "l'apparente volta nel cielo" (MR:387). In nomi come Meneldil *"Amico del Cielo" = astronomo (Appendice A; Lettere:386), Meneldur nome masc., *"Servitore Celeste" (Appendice A); Menelmacar "Spadaccino del Cielo", la costellazione di Orione (anche chiamata Telumehtar, Appendice E, prima nota a pié pagina); il nome più antico era Menelmacil *"Spada del Cielo" (WJ:411); Meneltarma "Pilastro del Cielo", nome della grande montagna di Númenor (SA:tar). Menelya primo giorno della settimana Eldarin di sei giorni, dedicato ai cieli (Appendice D)
          met "a noi (due)", che include la desinenza duale -t. Me (LR:56) evidentemente indica "noi".
          Metelairë nome alternativo di Agosto (PM:135)
          Meterrívë nome alternativo di Gennaio (PM:135)
          métima "ultimo" (Markirya), in Markirya anche due volte métim', dacché la parola successiva (auressë, andúnë) inizia in una a.
          metta "fine"; Ambar-metta "mondo-fine, la fine del mondo" (EO); mettarë *"giorno finale" = Vigilia del Nuovo Anno nel calendario Númenóreano e nel Computo del Sovrintendente, non appartenente ad alcun mese (Appendice D)
          "nel" (Nam, RGEO:66; COmi; le forme corrette dovrebbero evidentemente essere mi = "in" e = mi i "nel")
          Minalcar nome masc., *"Prima Gloria"??? (Appendice A)
          Minardil masc.name *"minar[?]-amico". forse minar è da intendersi come una variante di minas (s essendo vocalizzata in z dal contatto con l'esplosiva fonica che segue, e quindi regolarlmente divenendo r); se così, il nome significa *"Amico della Torre" (Appendice A)
          Minastan nome masc., *"Creatore della Torre" (Appendice A)
          Minastir nome masc., *"Guardiano della Torre" (Appendice A)
          mindon "(grande, alta) torre", allativo pl. mindoninnar in Markirya, modificato nella forma contratta mindonnar. Cfr. anche Mindon Eldaliéva "Alta Torre degli Eldalië" (Silm)
          Minnónar "Priminati", Elfi (in contrasto con Apanónar, gli Ultimi Nati, gli Uomini). Sg. *Minnóna (WJ:403)
          Mindolluin *"Torere Azzurra" (mindon + luin), nome di un monte. (Christopher Tolkien tradusse il nome come "Testa azzurra torreggiante" nell'Indice del Silmarillion, ma ciò sembra essere basato sulla controversa supposizione che essa includa l'elemento Sindarin dol "capo, colle". A meno che tale traduzione sia data nei carteggi di suo padre, il nome è meglio spiegato come un composto Quenya .)
          minya "primo" (vedere Minyatur); Minyar "Primi", il nome originale dei Vanyar (o piuttosto il diretto discendente Quenya dell'originale nome Quenya Primordiale) (WJ:380)
          Minyatur "Primo Governante"; Tar-Minyatur "Alto Primo Governante", titolo di Elros come il primo Re di Númenor (SA:minas, PM:348, SA:tur)
          mírë "gioiello" (SA:mîr). Cfr. Elemmírë; forma breve -mir in Tar-Atanamir. (SA:mîr)
          Míriel *"Donna Gioiello" (Silm), genitivo Míriello (vedere namna)
          miruvor, forma piena miruvórë "idromele", "uno speciale vino o cordiale"; possessivo miruvóreva "dell'idromele" (Nam, RGEO:66; WJ:399)
          mirroanwi "incarnati, quelli (spiriti) 'collocati nella carne' " (MR:350)
          mista "grigio"; vedere lassemista
          Mittalmar le "Terre Interne" di Númenor (UT:165)
          -mmë desinenza pronominale, "noi" esclusivo, visto in vammë "non vogliamo" (WJ:371)
          -mo desinenza frequente in nomes e titoli, taovolta con una significanza agentale (WJ:400)
          mor "oscurità" (Lettere:308; probabilmente solo un "elemento" Elfico piuttosto che una parola completa; Namárië ha mornië per "ombra")
          morë "oscuro, oscurità" (Lettere:282); morimaitë "manonera" (SdA3:VI cap. 6). Moriquendi "Elfi Scuri" (SA:mor, WJ:373). Moringotto "Nero Nemico", Sindarin Morgoth. La forma più antica è detta essere stata Moriñgotho (MR:194). Morion "l'oscuro", un titolo di Morgoth (FS). Morifinwë "nero Finwë", nome masc.; egli fu chiamato Caranthir in Sindarin. Corto nome Quenya Moryo. (PM:353)
          morna "scuro, nero" in tumbalemorna (Lettere:282); pl. mornë in Markirya (la prima versione di tale poema aveva "verdi rocce", MC:215, modificato in ondolisse mornë "sulle nere rocce" nella versione finale; vedere MC:220, nota 8)
          mornië "ombra" (Nam, RGEO:67)
          Morquendi "Elfi Scuri" (WJ:361)
          Moryo vedere Morifinwë
          mundo "toro" (Lettere:422)
          -n (1) desinenza dativa, in nin, enyalien
          -n (2) o -nye desinenza pronominale, 1. persona sg. "io". Utúlien "Sono giunto" (EO)
          -n (3) un simbolo plurale usato alcuni casi (WJ:407)
          "è" (Nam, RGEO:67). Vedere anche nai.
          na- un prefisso ricorrente nel poema Markirya, modificato in a-, q.v.
          nahamna termine non tradotto ricorrente in LR:47 (= nucumna "umiliato" in SD:246, cfr. SD:290, fine della nota 59)
          Nahar il nome del cavallo di Oromë, adottato ed adattato dal Valarin (WJ:401)
          nai "così sia", usato con un verbo futuro ad esprimere un desiderio. La traduzione "può darsi" nell'interpretazione di Tolkien di Namárië è alquanto fuorviante; egli adoperò "così sia" nella traduzione interlineare in RGEO:67. Nai hiruvalyë Valimar! Nai elyë hiruva! *"Forse un giorno troverai Valimar. Pure tu forse un giorno lo troverai!" (Nam). Nai tiruvantes "sia che essi lo difendano" > "possano essi difenderlo" (CO)
          Naira "Cuore di Fiamma", un nome del Sole (MR:198)
          Ñaltariel vera forma Quenya di Galadriel; la forma effettivamente usata era Altariel, Quenyarizzata dal Telerin Alatáriel(). (PM:347)
          namárië "addio" (Nam, RGEO:67)
          Námo (1) "Giudice", nome di un Vala, normalmente chiamato Mandos, propriamente il luogo ov'egli dimora (WJ:402), (2) námo "una persona, qualcuno" (PM:340)
          namna "statuto"; Namna Finwë Míriello "lo Statuto di Finwë e Míriel" (MR:258)
          nan "ma" (FS)
          nandë "valle" in Laurenandë (UT:253); anche nan, nand- "vallata" (Lettere:308); Nan-Tasarion "Valle dei salici" (SdA2:III cap. 4)
          Nandor nome degli Elfi Verdi (Laiquendi); il termine originale *ndandô implicava "uno che torna sulla sua parola o decisione", dacché i Nandor abbandonarono la Marcia da Cuiviénen verso Aman. Agg. Nandorin. (WJ:412)
          Nárië sesto mese dell'anno, "giugno" (Appendice D)
          Narmacil nome masc., *"Spada di Fiamma" (Appendice A)
          Narquelië decimo mese del'anno, "Ottobre" (Appendice D); il vocabolo sembra indicare "Fiamma calante", "Sole calante". Comparare narquelion ("narqelion") "Estinzione" in Canto di Fíriel.
          Narsil la spada di Elendil, composto delle radici viste in Anar "Sole" ed Isil "Luna"; vedere le Lettere:425 per l'etimologia
          Narsilion "(il canto) del Sole e della Luna"; efettivamente le radici dei termini per Sole e Luna combinate (vedere Narsil sopra) ed una desinenza genitiva plurale aggiunta (Silm)
          Narvinyë primo mese dell'anno, "Gennaio". Il vocabolo sembra indicare "Nuovo Fuoco/Sole". (Appendice D)
          Narya nome dell'Anello Rosso, l'Anello di Fuoco; apparentemente un aggettivo indicante qualcosa come "(Il) Fiammeggiante" (SA:nár)
          nasar "rosso" (soltanto in Quenya Vanyarin). Adottato ed adattato dal Valarin. (WJ:399)
          nauca ("nauka") aggettivo specialmente applicato ad oggetti che sebbene nella loro puena crescita erano più piccoli o più brevi della loro specie, ed erano pesanti, deformi o malformati (WJ:413)
          Nauco ("Nauko") "Nano"; Naucalië (non *Naucolië) il "Popolo dei Nani" come un intero. Da nauca. Vedere anche Picinaucor (WJ:388)
          Návarot "Nogrod" (< Novrod), Dimora Cava, un luogo abitato dai Nani (WJ:389)
          -ndil (anche -dil) desinenza in molti nomi, come Amandil, Eärendil; essa implica devozione od amore disinteressato e può essere tradotta "amico" (SA:(n)dil); tale desinenza "descrive l'opinione di qualcuno per una persona, oggetto, corso od occupazione alla quale uno è devoto per suo proprio diletto" (Lettere:386)
          -ndor "terra" in composti (Lettere:308, UT:253)
          -ndur (anche -dur) desinenza in alcuni nomi, come Eärendur; come notato da Christopher Tolkien nell'Appendice del Silmarillion essa ha virtualmente lo stesso significato di -ndil "amico"; in più -ndur propriamente indica "servitore di" (SA:(n)dil), "come uno serve un legittimo padrone: cfr. Q. arandil amico di re, monarchico, accanto ad arandur 'servitore del re, ministro'. Ma questi spesso coincidono: e.g. la relazione tra Sam e Frodo può esser vista come negli status -ndur, in spirito -ndil." (Lettere:286)
          néca "pallido, vago, fioco, opaco alla vista", pl. nécë ("néke") in Markirya
          nehta "punta di lancia", isolato da nernehta, q.v.
          nehtë qualche formazione o sporgenza rastremata in una punta: una punta di lancia, gherone, cuneo, stretto promontorio (UT:282)
          neldë "tre" (SA:neldor)
          nelya "terzo" in Nelyar "Terzi", il nome originale dei Teleri (o piuttosto il diretto discendente Quenya del nome originale Quenya Primordiale) (WJ:380); Nelyafinwë "Finwë terzo" (dopo gli originari Finwë e Curufinwë = Fëanor), nome masc.; egli fu chiamato Maedhros in Sindarin. Nome Quenya corto Nelyo. (PM:352)
          Nelyo vedere Nelyafinwë sotto nelya
          Nénar nome di una stella (o pianeta), evidentemente derivato da nén "acqua" (Silm), incertamente identificato con Urano (MR:435)
          Nendili "Amanti dell'Acqua", il più frequentemente usato "titolo" o nome secondario dei Lindar (WJ:411)
          Nénimë secondo mese dell'anno, "Febbraio" (Appendice D)
          Nenya nome dell'Anello Azzurro, apparentemente un aggettivo indicante qualcosa come "(l')Acquoso" (SA:nen)
          nér pl. neri "uomo" (MR:213), nernehta "uomo-avanguardia", una formazione da battaglia (UT:282)
          Nessa nome di una Valië, la sposa di Tulkas (adottato ed adattato dal Valarin, OPPURE un'arcaica formazione Elfica) (WJ:404 vs. 416); nessamelda "Nessa-amata", nome di un albero (UT:167)
          ngoldo vedere noldo
          ngwalmë vedere nwalmë
          ni "I", dativo nin "per me" (Nam, RGEO:67)
          nicu- ("niku-") "essere gelido, freddo (del clima)" (WJ:417)
          nillë (ñillë") un'immagine stellare in Nur-menel (q.v.), da una radice ngil- "argento lucente" (MR:388)
          nin "a me", dativo (FS)
          -nil = -ndil in Eärnil, contrazione di Earendil
          ninquë "bianco, gelido, pallido" (WJ:417, SA:nim), pl. ninqui in Markirya; Ninquelótë "Nimloth", lett. *"Bianco-Fiore" (SA:nim), = Sindarin Nimloth, l'Albero Bianco di Númenor
          ninya un elemento ricorrente nel Canto di Fíriel, evidentemente indicante "mio"; vedere indo-ninya. Può non essere valido in Quenya maturo, che ha la desinenza -nya per "mio".
          Nísimaldar "Alberi Fragranti", una regione in Númenor (UT:167; evidentemente *nísima "fragranti" + aldar "alberi").
          niquë "è freddo, congela" (WJ:417)
          niquis "gelo-modelli", anche niquessë per associazione con quessë "piuma" (WJ:417)
          nís pl. nissi "donna" (MR:213)
          Nísinen *"Acqua Fragrante", un lago in Númenor (UT:168)
          nixë "gelo" (WJ:417)
          -nna "a, su", desinenza allativa in cilyanna, Endorenna, Elendilenna, Elenna, númenna, númenórenna, rómenna, tielyanna, q.v. Plurale -nnar in mannar, valannar, q.v.
          Nócoirë nome alternativo di Marzo (PM:135)
          Noirinan la "Valle delle Tombe" in Númenor (evidentemente *noirë, *noiri- "tomba" + nan "valle") (UT:166)
          Nólairë nome alternativo di Luglio (PM:135)
          noldo "uno del popolo dei Noldor", anche nome della tengwa 19. Originariamente pronunciato ngoldo (anche compitato ñoldo da Tolkien); l'iniziale ng è divenuta n nella pronuncia della Terza Era (Appendice E). Pl. Noldor ("Ñoldor"), "i Saggi", nome del secondo clan degli Eldar (WJ:380, 381) Noldóran (Ñoldóran") "Re dei Noldor" (PM:343; evidentemente noldo + aran); Noldolantë "la Caduta dei Noldor" (nome di un canto) (Silm)
          nólë "lungo studio (di alcun soggetto), cultura, conoscenza" (SA:gûl, anche WJ:383 e MR:350, ivi compitato ñóle)
          Nolmë ("Ñolmë") "conoscenza, Filosofia (comprende la Scienza)" (PM:360 cfr. 344)
          nolmo ("ñolmo") "persona saggia" (PM:360)
          Nolofinwë ("Ñolofinwë") "Fingolfin" (PM:344)
          Nóquellë nome alternativo di Ottobre (PM:135)
          nór "terra" (come opposto al mare; nor nelle Lettere:308); nórë "terra" (associata ad un particolare popolo) (WJ:413), anche usato = "popolo" (SA:dôr; il normale vocabolo per "popolo" è lië)
          *nórië "paese", in sindanórië (vedere sinda) (Nam, RGEO:67)
          norna "rigido, tenace" (WJ:413)
          Norno "nano"; una forma personalizzata dell'aggettivo norna (WJ:413); Nornalië (not *Nornolië) il "Popolo dei Nani" come un intero (WJ:388)
          Norrívë nome alternativo di Dicembre (PM:135)
          nossë "parentela, famiglia" (PM:320)
          nostari "genitori", pl. di *nostar o *nostaro "genitore" (SdA3:VI cap. 6, tradotto nelle Lettere:308)
          nótina "contato" (FS), participio passato di not- "contare", anche glossato "computare" (vedere la radice NOT- nelle Etimologie)
          Nótuilë nome alternativo di Maggio (PM:135)
          -ntë desinenza pronominale, inflessione di 3 plurale ("they") quando nessun soggetto è preventivamente menzionato (CO)
          nu "sotto" (LR:56, Markirya, Nam, RGEO:66)
          Núaran *"Re dell'Ovest"; Núaran Númenoren *"Re Occidentale di Númenor"; modificato (secondo LR:71) in Núraran Númenen, *"Re Occidentale dell'Ovest" (tutto ciò è "Qenya" con genitivo in -n invece di -o, come in Quenya maturo) (LR:60)
          nucumna ("nukumna") "umiliato" (SD:246)
          nuhta- "bloccare lo sviluppo, trattenere dal giungere a completamento, fermare prima, non permettere di continuare" (WJ:413)
          nuhuinenna "sotto ombra" (allativico) (SD:246); vedere huinë.
          númeheruen *"del Signore dell'Occaso" (Manwë) (SD:290); questo è "Qenya" con genitivo in -en invece di -o come in Quenya maturo
          númeheruvi "Signori-dell'-Ovest" (*"Occidente-signori") in SD:246
          númë "che scende, occidente" (Lettere:361); apparentemente indicante "ovest" in númeheruen e numeheruvi
          númen "la via del tramonto, ovest" (SA:andúnë, in maiuscolo Númen sotto SA:men ed in CO), "che scende, occidente" (Lettere:361), anche nome della tengwa 17 (Appendice E). Allativo númenna "Verso Occidente" (LR:47, SD:310) Vedere anche númenyaron, númessier.
          Númen(n)órë "popolo dell'ovest", confuso con Númendor "terra dell'ovest" (SA:dôr); perciò Númenor come il nome della grande isola data agli Edain dai Valar (FS, LR:56); forma piena Númenórë (LR:47, SD:247), allativo númenórenna "a Númenor" (LR:56)
          Númendor "terra dell'ovest", confuso con e rimpiazzato da Númen(n)órë "popolo dell'ovest" (SA:dôr)
          númenyaron un vocabolo ricorrente in una frase da una primeva versione del Canto di Fíriel, Valion númenyaron, "dei Signori [Valar] dell'Ovest". Ma númenyaron non può semplicemente indicare "dell'Ovest"; sembra essere il genitivo plurale di númenya "occidentale", perciò letteralmente *"degli occidentali (oggetti, persone, reami)" o "degli Occidentali [come abitanti, N.d.T.]".
          Númerrámar "Ali del'Ovest", nome di una nave (Númen + rámar, notare l'assimilazione nr > rr) (UT:175)
          númessier "essi stanno all'occidente", una costruzione ricorrente nel Canto di Fíriel, evidentemente núme(n)-ssë-ie-r "occidente-in-sono-essi"; vedere -. (FS)
          Númevalion *"delle Potenze dell'Ovest" (SD:290); cfr. Valion
          Núnatani "Uomini Occidentali" = Sindarin Dúnedain (WJ:386)
          Nunduinë *"Flusso dell'Ovest", nome di un fiume in Númenor (UT:168)
          Nur-menel il firmamento minore, una gran volta ricoprente Valinor, creata da Varda e piena di immagini stellari (vedere tinwë, nillë). Essa era un simulacro di Tar-menel, l'autentico firmamento (MR:388)
          nurtalë "occultamento" (evidentemente una radice verbale *nurta- "occultare" con la desinenza sostantiva verbale -); Nurtalë Valinóreva "l'Occultamento di Valinor" (Silm)
          nuquerna "inverso", o forse piuttosto *"volto sottosopra". Nelle frasi silmë nuquerna ed árë nuquerna, q.v.
          nurru- "mormorio, lagnanza"; participio nurrula in Markirya, modificato in nurrua, forse una specie di aggettivo verbale dal medesimo significato (tradotto "mormorante" in MC:215)
          nuruhuinë "ombra mortale" (LR:47, 56, SD:310)
          nwalmë "tormento", anche nome della tengwa 20. Originariamente pronunciato ngwalmë; l'iniziale ng era divenuta n nella pronuncia della Terza Era (Appendice E)
          -nya suffisso pronominale, 1. persona sg. possessiva, "mio", e.g. tatanya "mio padre" (UT:191). Tale desinenza sembra preferire i come sua vocale connettiva ove ne è richiesta una, cfr. Anarinya "mio sole" in LR:72, così anche in hildinyar.
          -nyë suffisso pronominale "I"; anche forma breve -n. In utúvienyes (vedere tuv-)
          o un vocabolo per "e" ricorrente solamente in SD:246; tutte le altre fonti danno ar
          -o desinenza genitiva, in Oromëo, Elenna-nórëo, Rithil-Anamo, Rúmilo, Lestanórëo, q.v. Pl. -ion e -ron, q.v.
          -o, -ó "una persona, qualcuno", suffisso pronominale, posteriormente rimpiazzato da námo (PM:340)
          ó- (usualmente ridotto a o- quando non tonico) un prefisso "usato in vocaboli descriventi l'incontro, congiunzione, o unione di due oggetti o persone, o di due gruppi pensati come unità". In omentië, ónoni, ónona (WJ:367)
          oa, oar ("öa, öar") avverbi, non chiaramente glossati ma apparentemente indicanti "via" (WJ:365)
          oantë "andato via [in passato, N.d.T.] (in un altro luogo)"; passato di auta-. Anche perfetto oantië. (WJ:365)
          Oarel ("Oärel") pl. Oareldi "Elfo che partì dal Beleriand verso Aman" (mentre i Sindar rimasero là) (WJ:363, 374)
          Oazeldi forma Vanyarin (ed originale) di Oareldi (WJ:374)
          ohtacárë (-"káre") "guerra-fatta", fece guerra (+ allativo = far guerra su) (LR:47, SD:246; ohtacárië in LR:56). Il passato è probabilmente *ohtacarnë in Quenya maturo. Noun ohtar "guerriero, soldato" (UT:282)
          oialë "eternamente" (Nam, RGEO:67)
          oiencarmë Eruo (-"karmë") "la perpetua produzione dell'Uno [Eru]", libera interpretazione "la conduzione del Dramma da parte di Dio" (MR:471)
          oio "un periodo senza fine" (CO) o "sempre" (SA:los). Oiolairë "Semprestate" (nome di un albero, UT:167; anche nel nome Coron Oiolairë, "Tumulo di Semprestate", assimilato corol- nella contrazione Corollairë) (SA:coron); Oiolossë "Semprebianco, Semprebianco-niveo", un nome di Taniquetil, perciò la traduzione "Monte Semprebianco" nell'interpretazione di Tolkien di Namárië. Vedere anche SA:los. Esplicito "monte" in Oron Oiolossë "Monte Semprebianco" (WJ:403). Ablativico genitivo Oiolossëo "dal Monte Semprebianco" in Namárië (Nam, RGEO:67)
          Oiomúrë nome di luogo; *"Sempre-?bruma" (Silm)
          óla- "sognare" (detto essere "impersonale", probabilmente indicando che il sognatore è menzionato nel dativo piuttosto che nel nominativo) (UT:396)
          olassië "collezione di foglie, fogliame" (Lettere:283)
          olba "ramo" (PM:340; la variante *olva può essere più frequente; olba può soltanto occorrere nella variante Quenya che usa lb per lv. Le Etimologie, radice GÓLOB, hanno olwa.)
          olos "sogno, visione" (pl. olori dal primevo olozi) (UT:396)
          Olórin nome del Maia che divenne Gandalf, connesso ad olos (UT:396)
          olosta "sognante" (UT:396)
          olvar (sg. *olva) "oggetti in crescita con radici nel terreno, *piante" (Silm)
          Olwë nome masc. (PM:340), difficile da interpretare (PM:341)
          óma "voce"; *ómarya "sua voce"; genitivo ómaryo "della sua voce" (Nam, RGEO:67). Strumentale pl. ómainen "con voci" (WJ:391). Óma sembra anche significare "vocale", visto nei composti ómataina "estensione vocalica", l'addizione alla base di una vocale finale identica alla radice vocalica (sundóma) (WJ:371, 417), ómatehtar "simboli vocali", segni adoperati per vocali (usualmente denominati semplicemente tehtar, comprendendo strettamente tutte le specie di diacritici) (WJ:396)
          omentië "incontro" (incontro o congiunzione delle direzioni di due popoli) (WJ:367), *omentielva "nostro incontro", solamente attestato al genitivo: omentielvo "del nostro incontro". Vedere -lva. Riguardo alla lezione alternativa omentielmo, vedere -lma.
          -on desinenza gen.pl., in Silmarillion, Valion, aldaron, aranion, tasarion (vedere Nan-Tasarion), Númevalion, Sindaron, Istarion, Ingweron, Quendion, Eldaron.
          ondo "pietra" (UT:459) in Ondolindë "Gondolin" (SA:gond); pl. ondor in una variante iniziale di Markirya; partitivo pl. locativo ondolissë "su rocce" nella versione finale; Ondoher nome masc., *"Signore delle Rocce" (ondo alludendo a Gondor, "città-pietra") (Appendice A)
          onóna (1) agg. "nato gemello"; (2) sostantivo "uno di una coppia di gemelli"; pl. onóni "gemelli" (WJ:367)
          onya *"mio figlio" (non il normale vocabolo per "figlio", tuttavia - sembra essere derivato dalla radice ONO "generare") (UT:174)
          orco ("orko") "Orco", pl. orcor od orqui (WJ:390; pl. Orcor in MR:74)
          órë "cuore" (spirito interiore), anche nome della tengwa 21. (Appendice E) cfr. la descrizione di Galadriel in PM:337, che "ivi dimorava in lei il nobile e generoso spirito (órë) dei Vanyar".
          orma "materia concreta" (MR:218, 231, 471)
          Ormal Una delle Lampade dei Valar: *"Alto-Oro"??? (Silm)
          ornë "albero" (Lettere:308, SD:302: "quando più piccoli e più esili come una betulla o sorbo"). Per l'etimologia, vedere le Lettere:426. In ornemalin "albero giallo"; vedere laurelindórenan lindelorendor... (SdA2:III cap. 4; cfr. Lettere:308). Nome masc. Ornendil *"Amico degli Alberi" (Appendice A)
          *oromardë "alta-aula", pl oromardi (Nam, RGEO:66)
          Orocarni "i Monti Rossi", nome di luogo: lett. *"Montagne-Rosse" (Silm)
          orofarnë "dimora montana" (SdA2:III cap. 4, tradotto nelle Lettere:224)
          Oromë nome di un Vala, adottato ed adattato dal Valarin. Osserva Pengolodh, "gli Eldar ora presero il nome a significare 'che suona il corno' o 'suonatore di corno', ma ai Valar esso non aveva tale significato" (WJ:400-401, cfr. SA:rom) Genitivo Oromëo e possessivo Oroméva in WJ:368.
          Oromet nome di luogo dall'oscuro significato (Silm)
          Oron Oiolossë "Monte Semprebianco" (WJ:403)
          Orrostar le "Terre dell'Est" di Númenor (UT:165)
          orta- "salire, sollevare, alzare", pa. ortanë (Nam, RGEO:67; travisamento "ortani" nelle Lettere:426)
          ósanwë "pensiero", ósanwë-centa "comunicazione del pensiero" (MR:415)
          Ossë nome di un Maia, adottato ed adattato dal Valarin (WJ:400)
          osto "una costruzione o luogo forte o fortificato, piazzaforte, fortezza, *città" (MR:350, 471; WJ:414); Ostoher nome masc., *"Signore della Città" (Appendice A)
          otso "sette" (SA:sîr)
          palan "lontano ed ampio" in palantíri, Tar-Palantir (SA); assimilato a palar- in Palarran.
          palantír (pl. palantíri) *"Lungimirante", la magiche pietre della visione a distanza create dai Noldor nella Prima Era. Etimologia, Lettere:427. Anche Palantir nome masc., "Lungimirante" (Appendice A)
          Palarran "Lungivagante", nome di una nave (palan + ran, notare l'assimilazione nr > rr) (UT:179)
          parma "libro", anche nome della tengwa 2 (Appendice E); parmatéma "serie p-", labiali (Appendice E)
          Pelendur nome masc., *"Servitore della Cinta"??? (Appendice A)
          pella "oltre", apparentemente una postposizione piuttosto che una preposizione in Quenya: Andúnë pella "oltre l'Occidente", elenillor pella "[da] oltre le stelle" (Nam, RGEO:66, Markirya)
          Pelóri "Alture Cingenti", le montagne erette dai Valar a proteggere Aman (SA:pel, WJ:403)
          Pereldar "Mezzoelfo" (= Sindarin Peredhil) (Lettere:282)
          píca- "diminuire, ridursi, scemare"; participio pícala "calante" (con desinenza locativa: pícalassë) in Markirya
          Picinaucor ("Pikinaukor") "Nanerottoli" (cfr. nauco). Anche Pitya-naucor (WJ:389)
          Pityafinwë "Piccolo Finwë", nome masc.; egli fu chiamato Amrod in Sindarin. Nome breve Quenya Pityo (PM:353)
          Pityo vedere Pityafinwë
          púrëa "sbavato, scolorito" (Markirya)
          quáco ("quáko") "corvo" (WJ:395)
          Quantarië "Giorno del Completamento, Giorno dell'Anno Vecchio" (PM:127)
          quantien ("quantiën") "anno pieno" = yén (PM:126; pl. quantiéni, PM:127)
          quár "pugno" ("sebbene il suo uso primario fosse in riferimento alla mano strettamente chiusa come nell'adoperare un utensile o un attrezzo d'artigiano piuttosto che al 'pugno' come usato nella pugna", PM:318)
          quárë "pugno" (SA:celeb)
          quat- "empire" (WJ:392), futuro quantuva "empirà" (enquantuva "riempirà") (Nam, RGEO:67)
          quelië "calante" in Narquelië, q.v.
          quellë "languore", nel calendario di Imladris un precisamente definito periodo di 54 giorni, ma anche usato senza alcuna esatta definizione, per l'ultima parte dell'autunno ed il principio dell'inverno (Appendice D)
          queluva ("qeluva") *"fallirà", futuro di un verbo *quel- "fallire"
          quén pl. queni (come elemento finale in composti: -quen) "uno, (qualc)uno, persona, individuo, uomo o donna", pl. "persone", "(alcune) genti", "essi" col significato più generale (come in "essi [= gente in generale] dicono che..."). Combinato con radici sostantive ed aggettive in antichi composti a denotare abituali occupazioni o funzioni, o a descrivere coloro che hanno qualche notevole (permanente) qualità; gli esempi comprendono roquen, ciryaquen, arquen, q.v. Anche in aiquen, ilquen (WJ:361 cfr. 360, 372)
          quendë "elfo", il poco usato sg. di Quendi, q.v.
          Quendendil (anche contratto Quendil; pl. Quendili in WJ:410) "Amico degli Elfi" (WJ:410)
          Quenderin "dei Quendi, appartenente agli Elfi cone ad un intero" (un vocabolo erudito) (WJ:407)
          Quendi "Elfi" come una razza (sg. analogico quendë, non molto usato) (WJ:361; SA:quen-/quet-, WJ:372). Gen. pl. Quendion (PM:395)
          quendi pl. quendir "donna Elfica" (MR:229; modificato da quendë pl. quender.).
          quendu pl. quendur *"uomo Elfico" (MR:229; modificato da quendo pl. quendor)
          Quendya forma originale del vocabolo Quenya, preservato nel dialetto Vanyarin (Quenya è la forma Noldorin) (WJ:361, 371)
          quenya "parlato" (PM:399); il nome di linguaggio Quenya è detto indicare propriamente "linguaggio, parlato" [è in questa accezione che in altri articoli si parla di "Quenya Primordiale" e simili, N.d.T.] (WJ:393). Tuttavia, Quenya (arcaico Quendya, così anche in Vanyarin) è anche interpretato "Elfico" (Lettere:176), sc. l'aggettivo corrispondente a Quendi (WJ:374), ma non lungamente usato come un aggettivo generale. Quenya lambë "lingua Quenya" (WJ:407).
          *querna probabilmente "volto"; isolato da nuquerna (q.v.) *"sotto-volto" = inverso, volto sotto sopra
          quessë "piuma", anche nome della tengwa 4 (Appendice E, WJ:417); quessetéma "serie labializzate" (Appendice E)
          quet- "dire, parlare" (SA:quen-/quet-), pa. quentë in PM:401, 404
          quetta "parola" (SA:quen-/quet-), pl. quettar (WJ:391)
          rac- ("rak-") "rompere", participio passato rácina ("rákina") "spezzato" in Markirya
          raica "curvo", pl. raicar in LR:47 (leggi *raicë in Quenya maturo)
          ráma "ala", pl. rámar (Nam, RGEO:66); Markirya ha sia il nominativo pl. rámar "ali" che lo strumentale pl. rámainen *"con ali" (tradotto "su ali" da Tolkien).
          ramba "muro" (SA)
          Rána "il Bizzoso, il Vagabondo", un nome della luna (MR:198, Silm)
          ranga (il pl. rangar è attestato) "iarda, passo pieno". Tale misura lineare Númenóreana era "lievemente più lunga della nostra iarda, approssimativamente 38 pollici [= 96.5 cm]". (UT:285, 461)
          rassë "corno" (PM:69)
          rauco ("rauko") "una possente, ostile, e terribile creatura", specialmente nel composto Valarauco "Demone di Potere" (WJ:415, cfr. SA)
          raumo "(rumore di una) tempesta" (Markirya)
          rávë "rumore fragoroso", dal quale sostantivo è derivato l'agg. rávëa "fragoroso" (Markirya)
          "giorno" (del sole) (Appendice D); - in composti come Ringarë
          rembë "rete" (Appendice E, in una nota a piè pagina)
          riel "fanciulla inghirlandata" (SA:kal-), forma piena riellë "una fanciulla coronata con una ghirlanda festosa" (PM:347). In Altariel, Altariellë.
          rimbë "gran numero, moltitudine" (SA:rim, Lettere:282)
          ringa "freddo" (Markirya)
          Ringarë il dodicesimo ed ultimo mese dell'anno, "Dicembre" (Appendice D, SA:ring); il vocabolo sembra indicare "Giorno Freddo".
          Rithil-Anamo "Anello della Sorte", traduzione del termine straniero Máhanaxar che fu adottato ed adattato dal Valarin. Verosimilmente *Risil-Anamo in Quenya Esilico (WJ:401)
          -ro desinenza pronominale "egli", in antaváro, q.v.
          rocco ("rokko") "rapido destriero per cavalcatura" (SA:roch; Lettere:428; cfr. 282 ove la compitazione veramente è rocco, non rokko. In 428 il vocabolo è definito come "rapido destriero per cavalcatura".)
          róma "corno" (WJ:368)
          Rómen "est" (SA:men), "levata, aurora, oriente" (SA:rómen); anche nome della tengwa 25 (Appendice E). Rómenna, un luogo nella parte orientale di Númenor, è semplicemente l'allative "verso oriente" (SA:rómen), cfr. anche rómenna in LR:47, 56. Ablativo Rómello "dall'Est" o "[ad uno] dall'East", perciò la traduzione di Tolkien "per chi è in Oriente" nella sua interpretazione di Namárië (Nam, RGEO:67). Nome masc. Rómendacil "Vincitore dell'Est" (Appendice A; cfr. Lettere:425)
          -ron desinenza gen. pl. in aldaron, vedere alda
          rondo "un tetto a volte o arcuato, come visto da sotto" (ed usualmente non visibile dall'esterno); "una (ampia) aula o stanza così coperta" (WJ:414)
          roquen "cavallerizzo (-rizza), fantino, cavaliere" (WJ:372, UT:282)
          rossë "fine pioggia, rugiada" (PM:371)
          rotto "una piccola grotta o tunnel" (PM:365)
          "Drûg", Rúatan pl. Rúatani "Drúedain" (UT:385)
          rúcima ("rúkima") "terribile" (WJ:415)
          rucin ("rukin") "provo paura od orrore", 1. pers. aoristo (costruito con 'dallo' oggetto temuto) (WJ:415)
          rúcina ("rúkina") "confuso, sconvolto, disordinato, rovinato" in Markirya (la prima versione di tale poema aveva "cieli rossi", MC:215, modificato in "cieli squarciati" nella versione finale; vedere MC:220, nota 8)
          ruhta- "terrorizzare" (WJ:415)
          rúma- "spostare, muovere, spingere (di oggetti estesi e pesanti)"; participio rúmala in Markirya; questo fu modificato in rúma, evidentemente la nuda radice verbale adoperata come participio
          Rúmil nome masc., genitivo Rúmilo (WJ:398)
          rúnya "fiamma rossa" (SA:ruin; PM:366 danno runya)
          rusco "volpe" (PM:353)
          Russandol "Cima Ramata", un soprannome (epessë) di Maitimo/Nelyafinwë (= Maedhros) (PM:354)
          ruxal' un termine ricorrente nel poema Markirya, eliso da *ruxala (il vocabolo successivo inizia in una a), tradotto "che si sgretolano", participio di *ruxa- "sbriciolarsi" (una radice verbale non attestata di per sé) (Markirya)
          -rya desinenza pronominale "suo, sua" (Nam, RGEO:67) in máryat "le sue mani", ómaryo "della sua voce" (genitivo di *ómarya "la sua voce"), súmaryassë "nel suo petto" (locativo di súmarya "il suo petto"); perr il significato di "suo" cfr. coarya "la sua casa" (WJ:369)
          -s desinenza pronominale, "esso", in tiruvantes e utúvienyes, q.v.
          saccantë ("sakkante") "lacerato" (passato di un verbo altrimenti inattestato *saccat- "lacerare"?) (SD:246)
          Salmar (nome masc.; etimologia indecifrabile) (Silm)
          sandastan "scudo-barriera", una formazione di battaglia (UT:282; probabilmente sandastam- dacché l'elemento finale è derivato da una radice stama- "sbarrare, escludere")
          sanga "folla, calca"; in Sangahyando "Fendicalca", nome di un uomo in Gondor (SA:thang; una nota a pié pagina nelle Lettere:425 spiega che "calca" qui indica un corpo di soldati nemici strettamente composto)
          sarat "lettera" (pl. sarati), ogni marchio individuale significativo, usato per le lettere di Rúmil dopo l'invenzione delle tengwar di Fëanor (WJ:396)
          sar (radice sard-, vedere le Etimologie, voce SAR) "pietra". In Elessar, q.v.
          sarnië "ghiaieto, cumulo di ciottoli" (UT:463)
          Sauron "l'Aborrito", nome di un Maia. Primevo Thauron (SA:thaur), arcaico *thaurond- (Lettere:380, ove una speciale lettera è impiegata invece del digrafo th)
          *selma "un'idea fissa, volere" (WJ:319; solo la forma arcaica/Vanyarin thelma è data, effettivamente compitata con la lettera thorn, non il digrafo th)
          sercë ("serkë) "sangue" (SA:sereg)
          sérë "riposo", sostantivo (cfr. SED nelle Etimologie); vedere sotto úyë riguardo alla frase úyë sérë indo-ninya símen nel Canto di Fíriel
          Serindë nome fem.; "Tessitrice" (Silm) o "Cucitrice" (PM:333). Forma originale Therindë, q.v.
          "ora" (Nam, RGEO:67, LR:47, 310), sin (LR:47) o sín (SD:247, 310) prima di vocali. Nel Canto di Fíriel, è tradotto "here".
          sil- "brillare" (bianco), presente síla "brilla, è brillante" (FG); frequentativo sisíla- (commenti in Markirya)
          silima la sostanza di cui i Silmaril erano fatti, inventata da Fëanor (SA:sil)
          Silmarien (talvolta "-riën") nome fem., apparentemente incorpora sil(i)ma (Appendice A)
          Silmaril pl. Silmarilli gli splendenti gioielli creati da Fëanor (SA:sil). Tradotto "radianza di pura luce" in Lettere:148. Genitivo Silmarillion, come in (Quenta) Silmarillion "(la storia) dei Silmaril".
          silmë "luce stellare", anche nome della tengwa 29 (Appendice E); silmë nuquerna "s inversa", nome della tengwa 30, simile alla normale silmë ma volta sottosopra (Appendice E)
          Silpion nome alternativo di Telperion (Silm); derivato da una radice SÍLIP, una più lunga forma di SIL (anche THIL) "argento lucente" (LR:385)
          símen "qui" (FS; cfr. sinomë in EO)
          sin (1) un vocabolo indicante o "in questo modo" (avverbio) o "questo" (come un termine indipendente nella frase, non modificando nessun'altra parola come sina). Attestato nella frase sin quentë Quendingoldo Elendilenna, o *"questo Pengolodh disse ad Elendil" o "in questo modo parlò Pengolodh ad Elendil" (PM:401). (2) una forma di "ora" (q.v.) ricorrente prima di vocali, con tutta possibilità rimpiazzata da sín.
          sina "questo" (seguendo il suo sostantivo nel nostro unico esempio: vanda sina "tale giuramento") (CO)
          sincahonda "cuore di pietra" (SdA3:VI cap. 6)
          sinda "grigio"; pl. nominale Sindar usato = "Elfi Grigi", lett. *"i Grigi"; vedere WJ:375. Gen. pl. Sindaron in WJ:369. Col generale significato "grigio" anche in Sindacollo > Singollo "Grigiomanto, Thingol" (SA:thin(d); vedere anche sindë, Sindicollo); sindanórië "grigia campagna", ablativo sindanóriello "da/fuori da una grigia campagna" (Nam). Tuttavia, altre fonti danno sindë (q.v.) come il vocabolo Quenya per "grigio"; forse sinda venne a significare primariamente "Elfo Grigio" come un sostantivo. Aggrettivo derivato Sindarin "Grigio-elfico", normalmente usato per il linguaggio Grigio-elfico. (Appendice F)
          sindarinwa "Grigio-elfico" nella frase hwesta sindarinwa "hw Grigio-elfica" (Appendice E); può essere realmente "Sindarin" (come un sostantivo) con la desinenza possessiva -va, -wa apposta, perciò letteralmente "hw de[l] Sindarin [linguaggio]"
          sindë "grigio, grigio pallido o argenteo" (i dialetti Vanyarin preservano la più antica forma thindë) (WJ:384; in SA:thin(d) la forma data è sinda, cfr. anche sindanóriello "dalla grigia campagna" in Namárië. Sindë e sinda sono apparentemente varianti del medesimo termine.) Vedere Sindicollo.
          Sindel pl. Sindeldi "Elfo Grigio" = Sinda, Sindar, ma meno comune (WJ:384)
          Sindicollo "Grigiomanto", titolo di Elwë (Elu). Sindarin Thingol. (WJ:410, MR:217). (Sindi- in tale nome è una forma composta di sindë, q.v.) Forma originale Thindicollo (WJ:333). L'Appendice del Silmarillion (SA:thin(d) )Sindacollo.
          Singollo contrazione di Sindicollo (Silm)
          sinomë "in questo luogo" (EO)
          Siriondil nome masc., *"Amico del Sirion" (Appendice A)
          sisíla- è detto essere la forma "frequentativa" di sil- (MC:223); il participio sisílala in Markirya è semplicemente tradotto "scintillano".
          sorno "aquila" (arcaico thorno) (Lettere:427). Anche soron.
          soroni "aquile", modificato in sorni (SD:290)
          Sorontar = Sindarin Thorondor, nome di un'Aquila (SA:thoron)
          Soronúmë (nome di una costellazione, apparentemente incorporando soron "aquila") (SA:thoron)
          -ssë desinenza locativa; in Lóriendessë, q.v.; pl. -ssen in yassen, mahalmassen, q.v.
          súlë "spirito", anche nome della tengwa 9; originariamente thúlë, prima dello spostamento th > s che occorse poco tempo prima della ribellione dei Noldor (Appendice E)
          súlimë il terzo mese dell'anno (SA:sûl)
          Súlimë terzo mese dell'anno, "Marzo" (Appendice D)
          Súlimo titolo di Manwë (SA:sûl)
          súma "cavità, petto"; cfr. súmaryassë "nel suo petto" (súma-rya-ssë "petto-suo-in) in Markirya
          sundo una "base" consonantica Quenya; sundóma *"vocale di base", la vocale determinante di un base (Christopher Tolkien dà l'esempio KAT, la quale radice ha il sundóma A; la radice TALAT ha il sundóma ripetuto; in forme derivative il sundóma può essere piazzato dinanzi alla prima consonante; e.g. ATALAT) (WJ:319)
          súrë "vento", strumentale súrinen "nel vento" o più letteralmente *"dal vento" (Nam, RGEO:66, Markirya); Súrion nome masc., *"Figlio del Vanto" (Appendice A)
          -t (1) desinenza duale, denotante una coppia di qualcosa: máryat "il suo (paio di) mani" (Nam)
          -t (2) "essi", desinenza pronominale; vista nel vocabolo laituvalmet "li benediremo" (lait-uva-lme-t "benedire-dovremo-noi-essi"). Anche vocabolo indipendente te.
          -t (3) affisso pronominale ridotto della 2. person, "tu" (sg.). Vedere heca! (WJ:364)
          talantië "sta cadendo"; (FS; vedere - riguardo alla dubbia autorità della desinenza di verbo stativo in Quenya maturo)
          talat- una radice utilizzata per "scivoloso, scorrevole, cadente" (Lettere:347)
          talta- "sdrucciolare, smottare, sprofondare"; radice raddoppiata nel participio talta-taltala in Markirya, semplicemente tradotta "cadente" in MC:215
          tana "mostrare, indicare" (MR:350, 385, 471) (anche il "quello" dimostrativo)
          Tancol ("Tankol") "Signifero", "la stella significativa" = Venere (MR:385)
          taniquelassë nome d'albero (UT:167), forse Tanique(til) + lassë "foglia"
          Taniquetil la più alta delle montagne di Valinor, sulla quale vi erano i palazzi di Manwë e Varda; propriamente, tale nome si riferisce solamente al picco più elevato, l'intera montagna essendo chiamata Oiolossë (SA:til)
          tanna "segno" (MR:385)
          tar "oltre" (FS)
          Tar- elemento prefisso ai nomi dei Re e Regine di Númenor (e.g. Tar-Amandil); vedere i loro nomi individuali (come Amandil in tal caso), anche in Tareldar "Alti Elfi"; vedere anche Tarmenel.
          Tareldar "Alti Elfi" (MR:349)
          tára "elevato" (SA:tar), "alto, grande" (WJ:417)
          Tarannon nome masc.; "Alto Dono"? (Appendice A)
          tarcalion = Tar-Calion, nome Quenya di Ar-Pharazôn (LR:47, SD:246); vedere Calion
          Tarcil nome masc., *"Uomo Alto", anche usato a significare Númenóreano (Appendice A)
          tárë "in quel giorno", non tradotto nella sua prima occorrenza nel Canto di Fíriel
          tári "regina", etimologicamente "colei che è alta" (SA:tar) Genitive tário. Elentári "Regina delle Stelle", un titolo di Varda. (Nam, RGEO:67). Tarinya "mia regina" (UT:179; sic, non *tárinya)
          tárië "altezza", allativo tárienna "a[lla] altezza" (SdA3:VI cap. 4, tradotto nelle Lettere:308)
          Tárion nome alternativo di Valanya, l'ultimo giorno della settimana Eldarin di sei giorni, dedicato alle Potenze (Valar) (Appendice D)
          tarma "pillar" (SA:tar); Tarmasundar "le Radici del Pilastro", le pendici di Meneltarma in Númenor (UT:166)
          Tarmenel "Alti Cieli" (SdA1:II cap. 1), Tar-melel "il vero firmamento", come opposto a Nur-menel (q.v.) (MR:388)
          Tarondor nome masc., *"Signore di Ondor (Gondor)" (Appendice A)
          Tarostar nome masc., "Signore di ostar [?]" (Appendice A)
          tasarë "salice". In Tasarinan *"Valle del Salice", Nan-tasarion *"Valle dei Salici" (SA:tathar)
          Tasarinan *"Valle del Salice", anche Nan-Tasarion (SdA2:III cap. 4)
          Tatyar "Secondi", l'originale nome dei Noldor (o piuttosto il diretto discendente Quenya del nome originale) (WJ:380)
          taurë "bosco, foresta" (SA:taur, Lettere:308), pl. tauri in Markirya; agg. taurëa "selvoso" in Tumbaletaurëa, vedere Taurelilómëa-tumbalemorna...
          Taurelilómëa-tumbalemorna Tumbaletaurëa Lómeanor "Forestamoltoombrosa-profondavallenera Profondavalleselvosa Tetraterra", elementi Quenya agglutinati alla maniera Entesca; ciò suppostamente significa qualcosa come "vi è un'ombra nera nelle profnode vallee della foresta" (SdA2:III cap. 4; tradotto in Appendice F sotto "Ent"; cfr. anche Lettere:308)
          Tauremorna nome di luogo, *"Bosco-nero" (SdA2:III cap. 4) Tauremornalómë nome di luogo, *"Foresta (della) Nera Notte" (SdA2:III cap. 4)
          te "essi" (SdA3:VI cap. 4, tradotto nelle Lettere:308)
          tecil ("tekil") "penna" (PM:318)
          tehta pl. tehtar "segni", diacritici, spesso usati per i segni vocalici Fëanoriani (esplicitamente ómatehtar) (Appendice E)
          telco "radice" (Appendice E)
          Telcontar "Strider" (MR:216)
          telda "ultimo, finale" (WJ:407)
          tele- "conclusione, fine" (intransitive), anche "essere l'ultimo oggetto o persona in una serie o sequenza di eventi" (WJ:411)
          Telemmaitë nome masc., *"Mano Argentea" (Appendice A)
          Telemnar nome masc., "Fiamma Argentea" (Appendice A; per *Telep-nar)
          telep- vedere telpë
          Teleri "quelli alla fine della linea, i più arretrati", un nome dei Lindar, il terzo clan degli Eldar (WJ:382 cfr. 371), derivato dalla radice tel- "concludere, finire, essere ultimi" (SA:tel-)
          telluma "volta, copula", specialmente le "Volte di Varda" sopra Valinor, ma anche applicato alle volte della magione di Manwë e Varda sopra Taniquetil. Adottato dal Valarin delgûmâ sotto l'influenza del puro Quenya telumë (WJ:399, 411). Il pl. tellumar è attestato (Nam, RGEO:66).
          telma "una conclusione, alcunché usato per portare a termine un'opera o affare", spesso applicato all'ultimo articolo in una struttura, come un tocco finale, o un pinnacolo più elevato(WJ:411)
          telpë "argento" (telep- in alcuni composti come Telperion; assimilato a telem- in Telemnar) (SA:celeb; anche tyelpë, telep-, UT:266). L'autentico discendente Quenya del primitivo *kyelepê è tyelpë, ma la forma Telerin telpë era più comune, "dal momento che i Teleri pregiavano più l'argento dell'oro, e la loro abilità di argentieri era tenuta in grande stima dai Noldor" (UT:266). Telperion l'Albero Bianco di Valinor; Telperien ("Telperiën"), nome fem. comprendente telep- "argento" (Appendice A); Telperinquar "Pugno d'Argento, Celebrimbor" (SA:celeb - anche Tyelperinquar); Telporno, Teleporno "Alto Argento, Celeborn" (Lettere:347, UT:266).
          Telufinwë "Ultimo Finwë", nome masc.; egli fu chiamato Amras in Sindarin. Nome breve Quenya Telvo. (PM:353)
          telumë "tettoia, paracielo" (WJ:411 cfr. 399; vedere anche telluma); Telumehtar "guerriero del cielo", nome più antico di Menelmacar = Orione (Appendice E, WJ:411); Telumendil *"Amico del Cielo", nome di una costellazione (Silm)
          telya "portare a termine, finire per, concludere" (transitivo) (WJ:411)
          téma (pl. témar attestato) "serie" (Appendice E)
          ten "per", nel Canto di Fíriel; apparentemente rimpiazzato da an in Quenya maturo.
          téna vedere téra
          tengwa (pl. tengwar attestato) una lettera, la rappresentazione scritta di una tengwë. In impiego non tecnico tengwa era equivalente a "consonante", dacché soltanto le consonanti erano segni pieni (WJ:396)
          tengwë (pl. tengwi attestato) "indicazione, segno, simbolo", apparentemente spesso usato = fonema in un linguaggio (WJ:394); hloníti tengwi "segni fonetici" (WJ:395)
          tengwesta "un sistema o codice di segni", un termine tecnico per "linguaggio", comprendente linguaggi non costituito di suoni (WJ:394), ma adoperato ad indicare "linguaggio parlato" quando non qualificato (WJ:395)
          tengwestië "Linguaggio" come astratto o fenomeno (WJ:394)
      nbsp;   tenna "finché, fino a, per quanto" (CO), eliso tenn' nella frase tenn' Ambar-metta "fino alla fine del mondo" in EO, in quanto il vocabolo successivo inizia in una vocale simile; tennoio "per sempre" (tenna + oio, q.v.)
          ter "attraverso" (Note in CO, UT:317)
          téra "diritto" (LR:47; "téna" in SD:310 può essere un travisamento)
          tercen ("terken") "discernimento", letteralmente *"vista attraverso" (MR:471); agg. *tercenya (solamente il pl. tercenyë attestato) "di discernimento"; essi tercenyë "nomi di discernimento", nomi dati ad un bambino da sua madre, a indicare qualche caratteristica dominante della sua natura come percepita da lei (MR:216)
          Terendul "Slanciato-(ed)-oscuro", nome masc. (LR:59)
          terhantë "ruppe", passato di terhat- "rompere" (LR:47/56, cfr. la radice SKAT nelle Etimologie)
          termar- "resistere" significando ultimo (ter-mar- "attraverso-tollerare"); futuro termaruva nel Giuramento di Cirion
          Thauron forma primeva di Sauron, prima dell modifica th > s (SA:thaur, cfr. Lettere:380, che suggerisce uba radice thaurond-, ivi compitata con la lettera greca per th)
          thelma vedere *selma
          thindë = forma più antica di sindë, q.v., preservato in Vanyarin (WJ:384, ivi compitato con la speciale lettera thorn, non il digrafo th)
          thorno forma arcaica/Vanyarin di sorno (Lettere:427)
          thúlë vedere súlë
          tië "sentiero", pl. tier in Namárië; (Nam, RGEO:67); tielyanna "sul tuo cammino" (UT:22 cfr. 51; tie-lya-nna "cammino-tuo-sopra")
          tihta- "ammiccare, scrutare", participio tihtala in una primeva variante di Markirya
          Tilion "il Cornato", nome di un Maia, nocchiero della Luna (SA:til)
          tinco "metallo", anche nome della tengwa 1 (Appendice E); tincotéma "serie t-", serie dentali (Appendice E)
          tindómë "crepuscolo stellato" (SA:tin), usualmente del tempo in prossimità dell'alba, non prossimo alla sera
          tindómerel "figlia del crepuscolo", nome poetico dell'usignolo (Sindarin Tinúviel) (SA:tin)
          tinta "causa di scintillio", in Tintallë "Vampa", un titolo di Varda che creò le stelle (SA:tin, MR:388)
          Tintallë "Vampa", un titolo di Varda che accese le stelle (Nam, RGEO:67). From tinta- "accendere, far brillare" (MR:388)
          tintila- "balenare", presente pl. tintilar (Nam, RGEO:67)
          tinwë pl. tinwi "scintille", propriamente usato per le immagini stellari sul Nur-menel (q.v.). Cfr. nillë. (MR:388)
          tir- "scrutare, tener d'occhio, guardare, badare a", futuro tiruva in Markirya, anche in CO con desinenze pronominali: tiruvantes "essi guarderanno" (tir-uva-nte-s "guardare-dovranno-essi-esso"). La radice ricorre anche in palantíri (q.v.), Tirion "Grande Torre di Guardia", una città degli Elfi (SA:tir; in MR:176 la traduzione è "Città Vigile")
          toi "essi" (FS; rimpiazzato da te in Quenya maturo?)
          tol "isola" in Tol Eressëa "L'Isola Solitaria" (Silm)
          tuilë "primavera", nel calendario di Imladris un precisamente definito periodo di 54 giorni, ma anche usato denza alcuna esatta definizione. Cfr. tuilérë *"Giorno di Primavera", un giorno al di fuori dei mesi nel Computo del Sovrintendente, inserito fra Súlimë e Víressë (Marzo ed Aprile) (Appendice D)
          tul- "giungere", perfetto utúlië "è giunto" (utúlien "Giungo", EO), utúlie'n aurë "Il giorno è venuto" (la funzione della 'n non è chiara; può semplicemente essere inserita prr eufonia). Passato túlë "giunse" in LR:47 e SD:246; leggi forse *tullë in Quenya maturo.
          tulca ("tulka") "giallo". Adottato ed adattato dal Valarin. (WJ:399)
          Tulkas nome di un Vala, adottato ed adattato dal Valarin (WJ:399)
          tumba "profonda vallata" (le Lettere:308; SA:tum danno tumbo "valle"); apparentemente una forma estesa *tumbalë in tumbalemorna "profondavallenera" o (secondo SA:tum) "nera valle profonda", anche tumbaletaurëa "profondavalleselvosa"; vedere Taurelilómëa-tumbalemorna...
          Túna nome del colle sul quale Tirion fu edificata (Silm), derivato da una radice TUN apparentemente indicante semplicemente *"colle, tumulo" (LR:395)
          *tup- "coprire", isolato da untúpa, q.v.
          Turambar nome masc., "Dominatore della Sorte" (Appendice A, SA:tur)
          Turcafinwë "forte, potente (nel corpo) Finwë", nome masc.; egli fu chiamato Celegorm in Sindarin. Nome breve Quenya Turco. (PM:352)
          turcildi un nome dei Númenóreani (LR:47, 56; SD:246). Sg. *turcil.
          Turco vedere Turcafinwë
          Túrin (nome masc.), apparentemente indicante "umore di vittoria" (LR:395, radice TUR). Le Etimologie danno Turindo come la forma Quenya di tale nome; Túrin sembra essere propriamente la forma Sindarin, sebbene si adegui allo stile Quenya abbastanza bene e Nienor lo usasse in una frase Quenya (vicina alla fine del cap. 21 nel Silmarillion)
          Túrosto "Gabilgathol", una residenza dei Nani (Sindarin Belegost; i nomi indicano "Mickleburg", "Granrocca")
          Turucáno ("-káno") "Turgon" (PM:344)
          *turúna "dominato", solamente attestato nella forma elisa turún' (UT:138, compitazione apparentemente incompleta turun in Silm cap. 21). La forma deve essere intesa come il participio passato di tur- "farsi valere, controllare, governare", ma dovremmo normalmente aspettarci *túrina o *turna.
          *tuv- "trovare", perfetto utúvië "ha trovato" nell'esclamazione di Aragorn quanbd'egli trovò l'alberello dell'Albero Bianco: utúvienyes "l'ho trovato" (utúvie-nye-s "ho trovato-io-esso") (SdA3:VI cap. 5)
          tyávë pl. tyáver "gusto", sostantivo (pl. attestato solamente nel composto lámatyávë, -tyáver, q.v.) (MR:215, 216)
          tye "te" (LR:70, Artico)
          tyel "fine", sostantivo (FS)
          tyelca ("tyelka") "frettoloso"; Tyelcormo ("Tyelkormo") "frettoloso-mattiniero", nome materno (mai usato nella narrazione) di Turcafinwë = Celegorm (PM:353)
          tyellë (pl. tyeller attested) "grado" (Appendice E)
          tyelma "desinenza" (FS)
          tyelpë "argento", vedere Lettere:426 o UT:266 per l'etimologia. Tyelperinquar "Pugno Argenteo, Celebrimbor" (PM:318; anche Telperinqar, q.v.); tyelpetéma "serie palatali" (Appendice E); Tyelperion nome meno comune di Telperion (UT:266). Tyelpë è l'autentico discendente Quenya del primitivo *kyelepê, ma la forma Telerin telpë era più comune, "dal momento che i Teleri pregiavano più l'argento dell'oro, e la loro abilità di argentieri era tenuta in grande stima dai Noldor" (UT:266).
          tyulma "albero" (SD:419)
          Therindë "Cucitrice", forma originale di Serindë, prima dello spostamento th > s (PM:333, ove la speciale lettera thorn è usata in luogo del digrafo th)
          Thindicollo forma originale di Sindicollo, prima dello spostamento th > s (PM:337, ove la speciale lettera thorn è adoperata invece del digrafo th)
          Úamanyar "quelli non di Aman", Elfi che non raggiunsero il Reame Benedetto (ma lasciarono Cuiviénen con l'intenzione di andarvi) = Heceldi (WJ:371). Anche Úmanyar e la più piena Úmaneldi. (WJ:373)
          ufárëa "non abbastanza" (FS)
          Uinen nome di una Maia, sposa di Ossë. Adottato ed adattato dal Valarin (WJ:404), sebbene sia anche detto che essa contiene -nen "acqua" (SA:nen); quest'ultima spiegazione può essere etimologia popolare. Nelle Etimologie, il nome è derivato dalla medesima radice di uilë "lunga pianta repente, specialmente alga marina" (LR:396 radice UY)
          Úlairi "Nazgûl" (sg. *Úlairë? *Úlair?) Etimologia oscura.
          ullier "versato", un passato di ulya- "versare" occorrente in LR:47; leggi probabilmente *uller in Quenya maturo. In SD:247, ullier è tradotto "dovrebbe fluire".
          ullumë un vocabolo occorrente nel Canto di Fíriel, evidentemente indicante "non per sempre".
          Ulmo nome di un Vala, interpretato "il Fluente" dall'etimologia popolare, ma il nome fu effettivamente adottato ed adattato dal Valarin (WJ:400)
          Ulumúri I grandi corni di Ulmo; etimologia oscura (Silm)
          Úmaneldi *"Elfi non Amanyani", Elfi che non dimorarono mai in Aman (= Úmanyar) (WJ:373)
          Úmanyar "quelli non di Aman", Elfi che non raggiunsero Aman, sc. Sindar e Nandor (SA:mân). Anche Úamanyar.
          umbar "fato", anche nome della tengwa 6 (Appendice E)
          Umbardacil "Umbar-vincitore" (Appendice A); il nome di luogo Umbar non è Quenya e non ha connessione con umbar "fato"
          Umbarto "Predestinato", nome materno (mai usato nella narrazione) di Telufinwë = Amras. L'ominoso nome fu alterato in Ambarto da Fëanor. (PM:353-354)
          undómë "crepuscolo", usualmente del tempo in prossimità della sera, non prossimo all'alba (che è tindómë)
          undu- "giù", in undulávë "sotto-lambito" = ricoperto. Lumbulë undulávë ilyë tier "(greve) ombra ricopriva tutti i sentieri", traduzione lirica "tutti i sentieri sonno profondamente immersi nell'ombra"
          undumë "abisso" (Markirya)
          ungwë "tela di ragno", anche nome della tengwa 8 (Appendice E)
          *únótima "innumerevole", pl. únótimë (ú-nót-imë "non-cont-abile") (Nam, RGEO:66, Appendice E)
          unquë "una cavità", anche nome della tengwa 16 (Appendice E)
          untúpa "giù-copre" = ricopre (forse per *undutúpa-, cfr. undu-). Presente di untup- con allungamento della radice vocalica ed il suffisso -a (cfr. síla "splende" da sil-)
          unuhuinë "under-shadow" (LR:47); vedere huinë.
          únyárima "impossibile da raccontare" (poiché non tutti i fatti sono noti, o la vicenta è troppo lunga" (WJ:370)
          úquétima "indicibile", sc. impossibile da dire, mettere in parole; anche "impronunciabile" (WJ:370)
          Úr-anar vocabolo occorrente nel Canto di Fíriel, tradotto "il rosso sole"; effettivamente l'elemento prefisso úr- deve avere a che fare con l'elemento ur- "riscaldarsi, essere bollente" menzionato nell'Appendice del Silmarillion.
          urco ("urko") pl. urqui un antico termine usato nella cultura del Reame Benedetto per ogni cosa che causasse paura agli Elfi durante la Marcia; dagli Esuli riconosciuto come l'affine del Sindarin orch ed adoperato a intendere "Orco". Anche la forma influenzata dal Sindarin orco era usata. (WJ:390)
          úrë "calore", anche nome della tengwa 36 (Appendice E)
          Úrimë (in alcune edizioni Urimë, ma cfr. úrë "calore") ottavo mese dell'anno, "Agosto" (Appendice D, SA:ur-, UT:302)
          Urulóki "draghi di fuoco" (SA:ur-)
          Urundil "rame-amante" (PM:365)
          utúlien vedere tul- (EO)
          Utumno nome della prima grande roccaforte di Melkor (SA:tum)
          utúvienyes vedere *tuv-
          úva "non sarà", futuro di un verbo negativo (presente úyë?) nel Canto di Fíriel
          -uva desinenza futura. In laituvalmet, tiruvantes, enquantuva, cenuva, caluva.
          úyë un verbo ricorrente nel Canto di Fíriel, apparentemente ye "è" col prefisso negativo ú-, perciò "non è" (úyë sérë indo-ninya símen, tradotto "il mio cuore non riposerà qui", letteralmente evidentemente *"non [vi] è riposo [per] il mio cuore qui")
          (esclamazione) "Non voglio!" o "Non fare!"; ván, ványë "Non voglio!", vammë "non vogliamo" (WJ:371)
          -va desinenza possessiva, in Eldaliéva, miruvóreva, Oroméva. Pl. - quando governa una parola plurale (dall'arcaico -vai) (WJ:407), ma sembra che -va fosse usato dappertutto in tardo Quenya Esule (cfr. miruvóreva che governa il vocabolo plurale yuldar in Namárië)
          vaháya "distante" (LR:47, SD:310). Anche compitato vaihaiya (SD:247)
          Vairë "la Tessitrice", nome di una Valië (Silm)
          Valar "Potenze", spiriti angelici guardiani del mondo nel nome del loro Creatore, talvolta definiti Dei. Sg. vala "potenza angelica", anche nome della tengwa 22 (Appendice E). Usualmente in maiuscolo Vala. Gen. pl. Valion "dei Valar" (FS); tale forma mostra il pl. Vali, (irregolare) alternativo a Valar (il gen.pl. potrebbe certamente essere anche*Valaron). Pl. allativo valannar *"a/sui Valar" (LR:47, 56; SD:246). Vala è propriamente un verbo "ha potere" (sc. sulla materia di Eä), anche usato come un sostantivo "una Potenza" (WJ:403). Il verbo vala- "decretare, ordinare", usato con riferimento ai Valar soltanto, è attestato solo nelle frasi á vala Manwë! "possa Manwë ordinarlo!" e Valar valuvar "sia fatto il volere dei Valar" (WJ:404). Nomi: Valacar nome masc., *"Vala-capo"??? (Appendice A), Valandil nome masc., "Amico di Dio, *Amico di Vala" (Appendice A, tradotto in LR:60), Valandur nome masc., *"Servitore di Vala" (Appendice A)
          Valacirca "Falce degli Dei", un nome della costellazione dell'Orsa Maggiore (Gran Carro) (SA:val-, MR:388)
          Valandor "la terra dei Valar", confuso con e rimpiazzato da Valinórë "il popolo dei Valar", forma breve Valinor (SA:dôr, Silm)
          Valanya ultimo giorno della settimana Eldarin di sei giorni, dedicato ai Valar (Appendice D). Per l'etimologia, vedere le Lettere:427. Anche chiamato Tárion.
          Valaquenta "Novero dei Valar" (SA:val-)
          Valarauco ("Valarauko") "Demone di Potere" (qui vala- assume il suo significato elementare "potere"), Sindarin balrog (WJ:415). Pl. Valaraucar (non -or) "Balrog [pl., N.d.T.]" (SA:val-, SA:rauco)
          Valaróma "Vala-corno", corno di Oromë (Silm)
          Valië Vala femmina, pl. Valier (Silm)
          Valimar "Vala-patria", una regione in Valinor anche chiamata Valmar. In Namárië, tale vocabolo è used = Valinor. (Nam, RGEO:67)
          Valinórë, Valinor "la terra(o popolo) dei Valar"; cfr. Valandor.
          Valmar forma alternativa di Valimar (Silm)
          Vána una Valië, la moglie di Oromë (Silm, WJ:383)
          vanda "giuramento, vincolo, solenne promessa" (CO)
          vánë passato di auta-, q.v. (WJ:365)
          vánië un perfetto senza aumento di auta- che può occorrere in versi; regolare avánië (WJ:365)
          vanima "bello", nominale pl. vanimar "i bellissimi", partitivo pl. genitivo vanimálion, tradotto "di bambini bellissimi", ma indicante letteralmente *"di [alcuni] bellissimi") (SdA3:VI cap. 6, tradotto nelle Lettere:308). Arwen vanimalda "Belllissima Arwen", letteralmente "Arwen tua bellezza" (vedere -lda per riferimenti; modificato in Arwen vanimelda nella seconda edizione di SdA)
          vanimalda *"tua bellezza"; Arwen vanimalda "Arwen tua bellezza = bellissima Arwen" (WJ:369; Tolkien emendò vanimalda in vanimelda nella seconda edizione di SdA; vedere sotto vanima)
          Vanimeldë nome fem., *"Bello-Caro-Uno" (Appendice A)
          vanwa "andato, perduto, non lungi dall'essere fregato, svanito, dipartito, morto, passato e finito" (WJ:365, Nam, RGEO:67)
          vanya "attraente" (FS); nominale pl. Vanyar "i Leggiadri", il primo clan degli Eldar; l'originale significato di tale radice era "pallido, leggermente colorato, non bruno o scuro" (WJ:380, 381)
          váquet- (1. pers. aoristo váquetin e 1. pers. passato váquenten sono date) "dire no" (non negare che qualcosa sia vero, ma negare di fare o concedere qualcosa: "dire io non voglio/non"; "rifiutare", "proibire" (WJ:370, 371)
          Varda "la Sublime", nome di una Valië (WJ:402; nelle Lettere:282 Varda è tradotto la "Elevata"), la Regina dei Valar, sposa di Manwë, chiamata Elbereth in Sindarin; genitivo Vardo (per *Vardao). (Nam, RGEO:66). Vardamir nome masc., *"Varda-gemma" (Appendice A); vardarianna ?"Varda-dono", nome di unalbero (ma l'elemento ri è oscuro) (UT:167)
          Vása "il Consumatore", un nome del Sole (MR:130)
          ve "come" (Nam, RGEO:66, Markirya)
          véra (Antico Quenya wéra) "personale, privato, proprio" (PM:340)
          vilya "aria, cielo", anche nome della tengwa 24. Più antico wilya. (Appendice E)
          Vincarna *"nuovamente-fatto" (MR:408)
          Vingelot, Vingilot, Vingilótë "Fiore di Schiuma", nome della nave di Eärendil (SA:wing, Silm)
          Vinyamar *"Nuova Dimora" (Silm)
          Vinyarië "Giorno del Nuovo Anno" (PM:127)
          Víressë quarto mese dell'anno, "Aprile" (Appendice D)
          vórima "risoluto nella devozione, nel mantenere giuramento o promessa, fedele"; genitivo vórimo in una variante del Giuramento di Cirion; vedere UT:317
          voronda "risoluto nella devozione, nel mantenere giuramento o promessa, fedele", usato come un titolo di Elendil Voronda; genitivo Vorondo nel Giuramento di Cirion
          Vorondil nome masc., *"Amico Fedele" (Appendice A)
          voronwë "risolutezza, lealtà, fedeltà" (CO), anche nome masc. Voronwë (PM:340)
          - un suffisso ricorrente in molti nomi personali, generalmente ma non esclusivamente maschili; derivato da una radice semplicemente indicante "persona" (PM:340, WJ:399)
          -wen "fanciulla", una desinenza frequente in nomi femminili come Eärwen *"Fanciulla del Mare" (SA:wen)
          wéra Antica forma Quenya di véra, q.v.
          wilwa "vago, fluttuante da e per" (Markirya)
          wilwarin "farfalla" (Markirya); Wilwarin nome di una costellazione, interlocutoriamente identificata come Cassiopea. (Silm)
          wilya vedere vilya
          winga "spuma, spruzzi" (Markirya)
          winta- "sparpagliare, soffiare su" (sia transitivo che intransitivo) (PM:376)
          yaimë "pianto" (sostantivo), dal quale è derivato l'aggettivo yaimëa "piangente", pl. yaimië in Markirya
          yal- "invocare". In enyalië "richiamare" (Note su CO, UT:317)
          ya pronome relativo "il quale, che" (attestato nella frase Artica), con suffisso locativo in Namárië: vedere *yassë
          yallumë "all'ultimo" (FS)
          yanta "ponte", anche nome della tengwa 35 (Appendice E)
          yarra "rugliare, ringhiare" (radice usata come participio in Markirya, tradotta "rimbombare")
          *yassë "nel quale", pl. yassen che rinvia ad un sostantivo plurale. (Nam, RGEO:66)
          Yavanna "dispensatrice di frutti", nome di una Valië (cfr. yávë); Yavannië nome del non mese dell'anno, "Settembre" (Appendice D, SA:yávë); Yavannildi "Seguaci di Yavanna", donne Elfiche che conoscevano e mantenevano il segreto della produzione del coimas (lembas) (PM:404); yavannamírë "Gemma di Yavanna", nome di un albero con frutti rotondi e scarlatti (UT:167)
          yávë "frutto"; cfr. Yavanna
          yávië "autunno" (SA:yávë); "autunno, periodo del raccolto", nel calendario di Imladris un periodo precisamente definito di 54 giorni, ma anche usato senza alcuna esatta definizione (Appendice D); yáviérë *"Giorno d'Autunno", un giorno al di fuori dai mesi nel Computo del Sovrintendente, inserito tra Yavannië e Narquelië (Settembre ed Ottobre) (Appendice D)
          ye "è" (FS); rimpiazzato da in Quenya maturo. Futuro yéva, q.v.
          interiezione non tradotta nell'esclamazione di Aragorn quand'egli trovò l'alberello dell'Albero Bianco: *"yeah!" [come annotato nella traduzione dell'articolo sul Corpus dei testi Quenya, personalmente preferirei intendere "yé" come il nostrano "ué", N.d.T.]
          yén (pl. yéni in Nam, rendendo obsoleto yen[i] nelle Etimologie, radice YEN), Elfico "lungo anno" di 144 anni solari, 52,596 giorni (Nam, Appendice D, E; RGEO:66. Tolkien originariamente definì yén come 100 anni solari; vedere PM:126) Yénonótië *"calcolo degli anni" (MR:51)
          yestarë *"primo-giorno", il primo giorno dell'anno (loa), immediatamente prima di tuilë (Appendice D)
          yéva "sarà" (anche "vi sarà"), apparentemente il futuro di ye. Ancora tradotto "è" (írë ilqua yéva nótina, "quando tutto è enumerato"), ma tale evento appartiene al futuro; perciò letteralmente *"quando tutto sarà enumerato" (FS)
          yomenië "incontro, raduno" (di tre o più provenienti da differenti direzioni) (WJ:407)
          yulda "sorso", pl. yuldar (Nam, RGEO:66)
          yulma "coppa" (Nam, RGEO:67), "recipiente per bere" (WJ:416)
          yulmë "bisboccia, gozzoviglia" (WJ:416)
         

Ardalambion